Un'altra Milano è (im)possibile?
Mi sono trascinato all'incontro organizzato dai DS con sottotitolo "Un'altra Milano è possibile. Filippo Penati incontra la città" in Corso San Gottardo. Ho resistito per un po', poi ho dovuto strafarmi di pesce crudo (tipo una versione moderna di Gollum) per superare incazzatura e pure un po' di disgusto.
Una copia appannata di Forza Italia, con il candidato che si fa largo sorridendo tra la folla, l'attorino che fa il monologo, Gad Lerner che dice le solite cose e pensa "è chiaro che sono il più figo", le comparse indaffarate a rubacchiarsi quel po' di visibilità. Dichiarazioni e trionfalismi, strette di mano, microfono strattonato, altri sorrisi. Prima di scappare ho origliato, senza farmi notare, tra i drappelli, quelli che stanno ai bordi, gli addetti ai lavori che si danno un tono, le vaiasse sergiorossi-marlboro-nokia, i semi-noti accuratamente trasandati, molto riformisti. Avessi sentito tra i drappelli una parola di consenso, di apprezzamento, di stima per uno dei poveretti che stavano sul palco (escluso Gad, perché lui è figo a prescindere e comunque se ne può parlar bene perché non è un concorrente pericoloso). Ce n'era per tutti (questo "è imbecille", quello "è stronzo", uno "non capisce un cazzo di comunicazione", l'altro "è un testone", l'altro ancora "non ha sensibilità politica", eccetera). Poi, finiti i discorsi e i proclami, finiti i commenti tra la folla, credo abbiano fatto un brindisi augurale soprridendosi e stringendosi la mano.
04.06.04 00:07 - sezione
milano