La Casta di Lorsignori
di Marco Travaglio
Forse la polemica nell'Ulivo su che fare con le riforme berlusconiane dopo Berlusconi non è stata inutile. Forse, ora, è più facile comprendere un fatto che molti faticano ad accettare, ma di cui prima o poi bisognerà farsi una ragione: quanti, nel centrosinistra, vogliono conservare le leggi-canaglia per «provarle» e magari «migliorarle», non stanno commettendo uno sbaglio, una svista, uno scivolone. Essendo persone maggiorenni e vaccinate, laureate alle scuole alte della politica, vanno prese sul serio e trattate per quel che sono: il prodotto dell'eterna oligarchia politica italiana. Una casta irredimibile che garantisce una continuità e, paradossalmente, non «sbaglia» mai: è proprio fatta così, la pensa così, si comporta così. In perfetta coerenza.
La Casta è incolore, nel senso che incorpora tutti i colori. Trasversale a destra e sinistra, si divide per convenzione tra una destra e una sinistra, ma nei momenti di difficoltà diventa un monolite. Il che accade appena una forza «esterna» - magistrati, informazione, sindacato, società civile - si accosta alle mura. Se una di queste forze pretende di svolgere le sue funzioni di controllo e s'avvicina al fortino, la Casta smette di litigare e ritrova una granitica compattezza contro l'invasore alzando ponti levatoi e rovesciando olio bollente. Figlia di culture autoritarie, la Casta è impermeabile alla cultura liberale. Non tollera contropoteri indipendenti. Le rare volte che deve subirli, come nel biennio di Mani Pulite, fa fronte comune per ridurli all' impotenza. Essa si considera un corpo scelto (da sé medesima) di intoccabili: i «professionisti della politica», esclusivisti del ramo. Gli elettori hanno il privilegio di votarli, poi devono ritirarsi e lasciar fare ai grandi. Il gioco prediletto dalla Casta è una sorta di Risiko dove tutto è trattabile: ogni principio, valore, passione e regola diventa la pedina di un gioco per pochi eletti al di sopra di ogni legge e al di fuori di ogni controllo. Ciò che si fa per la Casta (tipo «rubare per il partito») non è reato, anche se la legge - da essa stessa approvata - dice il contrario. Purtroppo i padri costituenti erano fissati con l'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge, ma da 11 anni la Casta si arrabatta intorno al Codice penale e alla Costituzione per rendersi più uguale degli altri. Basti pensare alle maggioranze trasversali e bulgare della scorsa legislatura (97-98% del Parlamento) intorno a certe «riforme» della giustizia. Ma anche ad analoghi trasversalismi su immunità, stato sociale, flessibilità, pensioni, premierato forte.
Qualcuno, da sinistra, pensò addirittura di depenalizzare il falso in bilancio, ma non ci fu tempo. Provvide poi il Cavaliere, con l'urgenza dettata dai suoi processi. Ecco: quando Berlusconi esagerò, con leggi su misura per salvarsi dai processi, la Casta s'intenerì («se condannato, non deve dimettersi»), ma si disunì: per colpa di uno solo, l'ira popolare si scaricava su tutti. Avvezza alle leggi ad personas, non digerì quelle ad personam.
Insofferente al controllo di legalità di magistrati indipendenti (altra fregatura costituzionale), la Casta lo è altrettanto alla libera informazione. Per nulla scandalizzata dal fatto che, in Italia, le tv non controllano la politica ma ne sono controllate, essa ha sempre praticato la lottizzazione selvaggia a ogni cambio di maggioranza, avendo cura di mettere a tacere le minoranze di turno con qualche comodo strapuntino.
Stavolta l'ingordigia del Cavaliere ha riservato all'opposizione sgabelli particolarmente scomodi, ed è allora che si sono levate le proteste più accese. Molto più accese di quelle suscitate dalle epurazioni di giornalisti e artisti davvero liberi. E non per una svista: la Casta misura la libertà d'informazione dal numero di poltrone a disposizione degli affiliati nei salotti degli adorati Vespa e Costanzo, non dal numero di notizie vere in circolazione. Alle leggi antitrust e sul conflitto d'interessi, pericolosamente liberali, la Casta preferisce mercanteggiare poltrone. Essa infatti teme tutto ciò che non controlla.
Naturalmente la Casta non coincide con il Parlamento. Molti politici ne sono estranei, soprattutto all'opposizione. Sono riconoscibili da alcuni segni distintivi: passano giorno e notte in Parlamento, parlano di regime, fanno ostruzionismo, manifestano con la società civile, ma in compenso contano poco, non ricoprono cariche, vengono massacrati a reti ed edicole unificate con l'accusa di leso «riformismo» (nell'accezione tutta speciale che il termine ha assunto in Italia). E, se vengono ricandidati, finiscono di solito in collegi disperati.
Come nel 1992-'93, la Casta se l'è rivista brutta nel 2002-2003, con l'affacciarsi dei girotondi e dei movimenti, che contestavano tanto la maggioranza quanto l'opposizione in difesa della Costituzione, della Giustizia e dell'Informazione. Tre bandiere che, per la Casta, sono come l'aglio per i vampiri. Infatti la Casta tutta ne rimase sgomenta. Ma fu costretta non dico a cambiare (essa non cambia mai); ma almeno a mostrarsi diversa. Cioè nettamente divisa fra maggioranza e opposizione. Poi, a poco a poco, i movimenti si spensero e la Casta tornò quella di sempre. Calderoli, per esempio, quello che vuole sparare sui gommoni degli emigranti, conosce bene la situazione quando fa circolare la voce che si può lavorare insieme alla legge della Lega sul Federalismo. E ora l'ultimo Risiko degli oligarchi: certe riforme le teniamo, possono tornare utili, perché sprecare il lavoro degli altri e far arrabbiare le «partite Iva» e la Confindustria del compagno Luca?
Non sono errori, questi. È la Casta che fa il gioco di sempre. L'unica novità, ancora una volta, non può che venire da fuori. Da quei movimenti che oggi dovrebbero pretendere la lista delle leggi da fare e da abrogare, e che invece dormono ormai da un anno, dopo che la Casta ha annesso alcuni loro uomini-simbolo. Chi pensa che abbiano esaurito la loro missione, non conosce la Casta.
Forse la cosa più triste è che molti degli italiani che hanno votato il berlusca lo hanno fatto perché hanno abboccato alla balla che voleva il nano fuori dalla Casta...
E allora cosa significa oggi società civile? Girotondi che si spengono allo spegnersi di un'informazione vera? Dormo, anche se ogni tanto mi sveglio anche io: mi sveglio quando Ciampi si sveglia, ad esempio, incoraggiando subliminalmente giornalisti mobbizzati. Anche se confesso che in parte un torpore rassegnato accompagna anche me, ricordando in che Paese vivo (giustizia in Italia? Basta andare a teatro!). C'è un anno di tempo per sperare in una Casta meno pericolosa. Apprezzo Luca oggi per avere elencato pubblicamente i numeri che accompagnano questa legislatura, senza pretesa di poter individuare correlazioni certe tra Governo e Declino. Si dorme in buona sostanza e i media fungono da valium. Sogni d'oro (finto) a tutti!
Appello
Denunciare la politica deliberatamente filo-criminale di Berlusconi e accoliti è doveroso, ma sarebbe un gravissimo errore ignorare l’enorme corresponsabilità di molti esponenti di un centro sinistra incapace di contrastarla efficacemente a causa di un infinità di connivenze e ricatti incrociati dovuti alla frequente spartizione di tangenti e privilegi.
Il nostro Paese merita, ahinoi, il 42° posto nella classifica della trasparenza della gestione della cosa pubblica (www.transparency.it) anche a causa della collusione di ampie forze del centro sinistra, anche per colpa di quei leader ipocriti della GAD che con una mano puntano il dito contro la politica di Berlusconi, e con l’altra incassano la sua e l’altrui mancia.
La prova di ciò, a parte un infinità di fatti noti, è costituita dal rifiuto della maggioranza dei partiti dalla GAD di dotarsi di un “codice etico”, come suggerito da pochissimi esponenti del centro sinistra, per impedire la candidatura alle amministrative ed alle politiche di quei soggetti che abbiano avuto condanne per corruzione, concussione o reati contro il patrimonio.
Molti degli elettori moderati che finora hanno votato per il Polo, resisi finalmente conto di che pasta sono fatti i loro eletti, voterebbero di buon grado un centro-sinistra che dia prova concreta di voler moralizzare la politica e invece a cosa stiamo assistendo? All’inseguimento di Mastella e Pomicino, con tante scuse, perché non si presentino da soli…
L’attuale politica della Gad è suicida e in malafede, non è più il caso di turarsi il naso e votare per il meno peggio, bisogna assolutamente e urgentemente fare tutte le pressioni necessarie per fare adottare il codice etico alla Gad o per indirizzare il consenso verso chi effettivamente subordinerà l’appartenenza ad uno schieramento all’adozione del codice etico.
È inutile parlare di riduzione delle tasse o aumento del welfare se buona parte della classe politica di entrambi gli schieramenti continua ad essere una casta di gabellieri e parassiti, ricordiamoci che la contropartita delle tangenti è un vantaggio ingente ai danni della spesa pubblica e dell’efficienza, e che tuttora sulla maggior parte degli appalti pubblici viene pagata una tangente media del 5%.
Chiedete a un esponente della Corte dei Conti a quanto ammonta annualmente l’impatto della corruzione sui conti pubblici!
Salve,
a proposito di libri che parlano di politica( in maniera originale), credo di essere in tema segnalandovi il mio sito, dove ho pubblicato una sorta di "romanzo breve" che prende un po' per i fondelli il Berlusca & C.
La lettura è ovviamente gratuita...
Visitatelo (e fatemi sapere)!
L'URL è il seguente:
http://digilander.libero.it/egginardo71
Per dare un'idea di cosa si tratti, allego sotto un breve riassunto.
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L'opera e' impostata su un taglio pseudo-fantascientifico che ricalca
un po' le orme dello sceneggiato televisivo Star Trek; tuttavia l'uso
della fantascienza e' puramente strumentale poiché in realtà mira a
fare una critica satirica, un po’ trasgressiva e comunque surreale
alla politica in generale e al premier attualmente in carica in
particolare.
Lo schema adottato è quanto mai semplice e intuitivo: inverte i nomi
dei protagonisti ("OIVLIS DA EROCRA" equivale a "SILVIO DA ARCORE"
letto al contrario) e, sulla falsariga delle missioni di Star Trek,
intervalla le lettere che il nostro protagonista scrive alla moglie
con le famose annotazioni del capitano Kirk (nel romanzo:"Krik") sul
“diario di bordo”.
Come succede spesso nelle puntate della saga tv del vero Star Trek,
anche ai nostri eroi capita un guasto meccanico all'astronave, che li
costringe a una sosta forzata sul pianeta Terra. Giacché la Flotta
Stellare ha tra i principali compiti quello di combattere l'ideologia
comunista (atsinumoc, nel romanzo) in tutto l'universo, in attesa dei
soccorsi il capitano assegna ai “suoi due ragazzi” una missione di
riempimento finalizzata appunto ad annientare i comunisti terrestri.
Il nostro buon Oivlis sceglie allora l'Italia come campo di azione e
s'immedesima in un cantante e barzellettiere "da crociera" - che tra
l'altro è un suo omonimo, sia pure al contrario - e lo porterà fino ai
vertici della politica. Contrasterà con impegno i comunisti dello
Stivale, però a un certo punto si scoprirà che dietro il suo
accanimento nel combatterli e lo strano, deleterio comportamento
tenuto nel guidare il Paese c'è un piano segreto stabilito in combutta
con Xarm il barbuto (riferito a Karl Marx), che mira a portare fino
agli estremi le contraddizioni intrinseche delle società
capitalistiche per farle crollare sulle loro stesse fondamenta, ovvero
per dimostrarne al popolo l'inconsistenza e provocare in loro un moto
di ribellione che coinvolga anche, e soprattutto, le società fittizie
rappresentate dai mass media.
Un Berlusconi che lavora sotto sotto per il comunismo universale,
insomma...