D’Alema: «Vinceremo noi»
«Berlusconi non ama la democrazia. Noi dobbiamo fornire risposte credibili»
Carlo Brambilla
L’appuntamento è di quelli che fanno audience: Massimo D’Alema invitato dal movimento di Libertà e giustizia. Così, nel tardo pomeriggio di ieri, lo «Spazio Krizia», una superba struttura in pieno centro a Milano, si è riempito di spettatori. Nelle prime file notati: Carlo De Benedetti, primo sponsor del movimento, Umberto Eco, socio fondatore, Gianni Locatelli, il magistrato Armando Spataro e la padrona di casa signora Krizia. A condurre le danze dialettiche la giornalista Sandra Bonsanti. Oggetto dell’incontro: il Governo, l’opposizione e la situazione italiana. Insomma tutta l’attualità politica di questi giorni. E il Presidente dei Ds, ancor prima di cominciare il dibattito, rispondendo ai cronisti, si è detto sicuro almeno di una cosa: «Quelli alle prossime elezioni politiche perdono».
Poi, davanti alla platea, ha riformulato il concetto così: «Berlusconi ha fatto proprio di tutto per farci vincere». Ma è a questo punto che è iniziata la riflessione più approfondita che ha in qualche modo attenuato quella certezza iniziale. Ha detto infatti: «Per battere la destra non basta il fronte popolare di quelli che ce l’hanno con Berlusconi. Si vince solo costruendo e mettendo in campo una grande forza riformatrice di governo, capace di cambiare il Paese in meglio e non in peggio come ha fatto Berlusconi». Ancora più precisamente, parlando del proprio impegno politico, ha spiegato: «Sto lavorando per dare a questo Paese una grande forza riformatrice. Occorre costruire un'offerta politica robusta». E guardando all’appuntamento elettorale politico e alle mosse del centro sinistra, ha aggiunto: «Stiamo cercando di trasformare le varie proposte in un progetto Paese, non solo per vincere le elezioni ma anche per ridare slancio alla società italiana, oltre che per cancellare le cattive leggi del governo Berlusconi».
E poichè l’analisi della precedente sconfitta non è ininfluente per organizzare una strategia credibile, D’Alema ha preso in esame due errori commessi: «La sostanziale mancata difesa dei risultati del Governo di centrosinistra e la teoria in base alla quale quella sconfitta fu causata da un centrosinsinistra “poco di sinistra” e poco combattivo nei confronti di Berlusconi». Poi ha aggiunto: «Le ragioni delle nostre difficoltà stanno nel fatto che forse il cambiamento era stato insufficiente. Ora viviamo in un momento difficile, il Paese appare affaticato e non ha un grande slancio produttivo. Siamo indietro in tutti i settori dove si decide la competitività di un Paese, che è notevolmente invecchiato anche nelle sue classi dirigenti. Per questo il centrosinistra deve dare alla sua offerta politica un messaggio forte e una rassicurazione elevata».
Passando in rassegna l’attualità politica, la bocciatura di Berlusconi, «uno che non ama troppo la democrazia» è totale. Quanto alla conclusione della verifica e al relativo rimpasto ha detto: «Non è una soluzione ai problemi di questo Governo. Se ne parlava da un anno, ma noi della sinistra dobbiamo continuare a costruire un'alternativa forte e credibile». La leadership è affidata a Romano Prodi: «È importante l'idea che Prodi sta portando avanti perché la politica ha bisogno di una grande forza. L'antipolitica berlusconiana la si sconfigge infatti costruendo una politica che abbia una potenza di messaggio. Perché è un’illusione pensare che basterà liberarsi di Berlusconi. Bisogna infatti dare risposte alla crisi del Paese. Sono convinto che per affrontare le sfide complesse che ci attendono occorre riprendere il processo di cambiamento del Paese e recuperare la fiducia degli italiani che si sentono traditi dalla destra. Berlusconi è l’aspetto, il sintomo, più visibile di questa crisi profonda».
Ma prima delle politiche del 2006 («No, non credo al voto anticipato») ci sono le elezioni regionali fdel 2005. Riflettori puntati sulla Lombardia, culla del berlusconismo: «Intanto il centrosinistra andrà unito al voto, e questo mi sembra un fatto importante, in secondo luogo il laboratorio della Casa della libertà mi sembra che si stia sgretolando». Domanda diretta di un cronista: «È battibile Roberto Formigoni»? Risposta con sorriso: «Tutti sono battibili». Controdomanda: «Da chi»? Altro sorriso: «Non spetta a me parlare di candidature».
Tornando al dibattito all’interno dello «Spazio Krizia», D’Alema si è soffermato anche sulla manovra economica del Governo: «Questa finanziaria è un disastro per il Paese, non è una finanziaria per lo sviluppo. Insomma il Governo spera di scardinare il patto di stabilità per distribuire una ricchezza che non c'è. Berlusconi si è dato alla distribuzione di una ricchezza che non c'è». Comunque il Presidente dei Ds è fiducioso e scommette sulla «vitalità democratica degli italiani»: «Il Paese è sì nelle mani di politici prepotenti e incompetenti, però tutto sommato la vitalità democratica di questo Paese non è mai venuta meno. Un'alleanza come quella degli ultimi giorni tra imprenditori e sindacati non si era mai vista prima». Ultime annotazioni. Riforma della giustizia: «È una pessima legge che lede l’autonomia della magistratura». Par condicio: «Berlusconi è incontentabile». Calendario dell’opposizione: «Ci stiamo lavorando, è pronto».
"grande forza riformatrice di governo" "offerta politica robusta" "un messaggio forte e una rassicurazione elevata" "un'alternativa forte e credibile" "risposte alla crisi del Paese". Questi i punti qualificanti del discorso di D'Alema. Ci avesse messo una considerazione concreta una! Qualcosa tipo "noi faremo questo e ci opporremo a quello". Qualcosa non necessariamente di sinistra. Qualcosa.
La sinistra non andrà da nessuna parte.
D'Alema ha proprio rotto le... basta, non si sopporta più questo borioso finto-di-sinistra. L'unica soluzione è l'ipnosi regressiva: così scoprirebbe finalmente di essere cugino di Silvio B.