
A proposito della sentenza SME:
«Questa sentenza segna una sconfitta, senza ritorno, della magistratura inquirente politicizzata e una svolta nell'affermazione dello Stato di diritto». Particolarmente emetica questa frase, se si pensa che è stata pronunciata da Claudio Scajola, il gerarca impunito che ha comandato le squadracce di Genova 2001. Sono costretto ad ammetterlo, questo personaggio non riesce a lasciarmi indifferente come meriterebbe, il ribrezzo supera il livello di guardia, scende giù nel fegato, la bile travasa e sale. Per gente così non c'è un briciolo di speranza, non un'ipotesi di presa di coscienza della loro umana miseria, non un istante di dubbio. Bruciano i giorni della loro vita, anno dopo anno, sguazzando in un brodo di menzogna e miseria esistenziale. Per calmare la rabbia devo pensare a un vecchio amico, Rainer, buddista tedesco trapiantato in Italia, che diceva a proposito di simili figuri:
«Te deve frekare un katz, non tuo karma, loro karma». Spero che Rainer abbia ragione, perché quelli come Claudio Scajola raccolgano un giorno ciò che hanno seminato: fango e letame.