La situazione: ultimamente l'Unità ha perso un po' di copie e la direzione ha preparato un piano di rilancio che il Cda non ha approvato. Il Cdr si è riunito immediatamente e ha giudicato positivamente il piano. Dopodiché ha emesso un La situazione: ultimamente l'Unità ha perso un po' di copie e la direzione ha preparato un piano di rilancio che il Cda non ha approvato. Il Cdr si è riunito immediatamente e ha giudicato positivamente il piano. Dopodiché ha emesso un
comunicato durissimo, in cui si dice tra l'altro che
«se la discussione intorno al piano - e riportiamo un timore emerso dall'ampia maggioranza dei redattori - dovesse nascondere altri obiettivi, il Cdr e la redazione saranno determinati nell'attivare tutte le forme di lotta a tutela della loro autonomia e dell'indipendenza della testata rispetto all'influenza di entità esterne che nulla hanno a che fare con la proprietà e gli assetti societari del giornale, e che quindi non possono determinare linee editoriali, cambi di direzione e scelte giornalistiche».
Dunque è evidente che la strategia di normalizzazione de l'Unità da parte della dirigenza DS prosegue. Massimo D'Alema vede la direzione Colombo/Padellaro (e i loro opinionisti di punta: Ginsborg, Pardi, Tabucchi, Travaglio, eccetera) come fumo negli occhi e sta facendo di tutto per sbarazzarsene.
Immagino che il Cda riceva quotidiane telefonate minacciose dai
ranghi del riformismo fondamentalista d'alemiano che di fatto controlla una quota significativa del fatturato de l'Unità grazie ai contributi per le testate di partito.
La direzione da temp è costretta, sotto ricatto, a concedere uno spazio sproporzionato a D'Alema, ai suoi portaborse (Caldarola, Cuperlo, eccetera), ai giornalisti del suo
entourage, perfino a
qualche marchetta (non a caso poco tempo fa la sinistra DS - con ben poca lungimiranza, ovvero mettendo in ulteriori guai la direzione - si è lamentata apertamente). L'evidente aggiustamento di rotta ha ovviamente causato uno scadimento nella qualità dei contenuti, una perdita di sintonia con i lettori, conseguentemente un calo nelle vendite. Ma il presidente dei DS - pur intelligente a prescindere - tutto questo non lo capisce e incarica le sue truppe di sfruttare il momento "favorevole" per dare il colpo di grazia alle persone che hanno fatto rinascere l'Unità.
Casualmente sono gli stessi che misero alla direzione il devastante carosello Mino Fuccillo, Paolo Gambescia, Peppino Caldarola, che portò alla chiusura della gloriosa testata.
Andiamo avanti così, facciamoci del male.
Mandiamo una mail di solidarietà a
Furio Colombo?