mah...se le colpe di cofferati sono quelle espresse nell'articolo di Liberazione mi sembra che il terzomondismo continui a essere la rigida ortodossia di una parte della sinistra. Nessuna voce a favore del principio di legalità penso si alzerà mai da quella parte. Che servirà come cartello elettorale per sconfiggere Berlusconi. ma con cui, citando Moretti, non riesco proprio più a dialogare
...con dolore e preoccupazione?
E perché mai? Perché "el Chino" non ha mantenuto le promesse?
E' la dura legge del contrappasso. Quando stai di qua "quellilà" sono tutti brutti e cattivi, quando sei tu a stare di là ti accorgi che forse la realtà era un pò più complessa di quanto si pensasse.
Trovo illuminante il fatto che un sindacalista duro e puro di una volta, compiuto il salto della barricata abbia bloccato l'aumento pattuito di 400 euro ai lavoratori comunali.
Beh, non è proprio così, Cofferati sta tradendo promesse fatte esplicitamente un anno fa in campagna elettorale, come la partecipazione di associazioni, cittadini, eccetera. La sinistra radicale è in subbuglio per la politica destrorsa sugli immigrati, soprattutto, e su occupazioni inoffensive da cui nel passato sono nate le esperienze più significative.
Non avrei mai pensato di doverlo scrivere ma "Bifo" in questo articolo - a parte naturalmente le tirate su "come nel 1977", ma tant'è - ha completamente ragione (ora vado a suicidarmi, scusate).
Corrado il terzomondismo è stato negli ultimi anni quasi l'unico, insieme ai neoconi di fama bushita, a intuire la direzione degli eventi a livello mondiale. Naturalmente non parlo di Caruso e Casarini, ma di chi questi temi li conosce veramente. Questo per mettere i puntini sulle i.
Su Cofferati non saprei cosa dire, non conosco la situazione di Bologna. Se le cose stanno come descritte non si può che essere perplessi. E rispetto alla domanda finale di Bifo, è un'anticipazione di quello che potrebbe avvenire altrove o è in controtendenza con quello che sta già avvenendo altrove (tutte le ultime vittorie amministrative)?
ciao
A ogni buon conto il caso di Cofferati è particolare e non riconducibile alle altre situazioni amministrative: come ben si sa è stata una candidatura "esterna", non proveniente dalla città. L'ex-sindacalista era visto da tutti come un "fuoriclasse" che portava un differenziale personale alla politica cittadina, solo che mentre si pensava e si sperava che sarebbe stato in positivo, per ora si è solo visto in negativo!
Non è stato certo Cofferati, pur con tutti i suoi passi falsi, a fare di Bologna una città gretta, chiusa e di merda.
Lo era già prima e lo sarà pure dopo.
Bifo parla delle "tradizioni di ospitalità di Bologna".
Quali, di grazia? Quelle dei proprietari di case che affittano in nero a cifre astronomiche, inbottendo gli appartamenti di disperati (e magari non vogliono negri e terroni)?
Quelle dell'ATC che ha approfittato dell'euro per aumentare il biglietto da 1300 a 2000 lire, e - guardacaso - concentra il controllo dei biglietti negli orari in cui i bus sono pieni di immigrati?
Quelle della lobby dei bottegai che ti "accolgono" in centro a zaffate di smog e si oppongono a qualunque riduzione del traffico pur di vendere a un coglione in più un paio di mutande a 40 euro?
Io in questo mito, in questa invenzione della tradizione, non mi riconosco.
Da decenni questa città campa sullo strozzinaggio immobiliare, oggi uno studente fuori-sede trova un posto letto in camera tripla in estrema periferia a 350 euro al mese se gli va bene (e settimana corta e zitto e mosca!).
Bologna è una città costruita su una piramide di lavoro nero e precario, buona parte del mondo delle cooperative "rosse" è mondo di precarietà e negazione dei diritti.
Bologna è una città di prezzi folli, il fornaio dietro casa mia vende il pane comune a 5 euro al chilo. Bere qualcosa in un bar del centro è addirittura proibitivo.
Quanto ai migranti e alle occupazioni, questa è sempre stata città di sgomberi, di disperazione, di nuove marginalità che si formano come fibromi sul tessuto della periferia.
Periferia che è aggredita e sbranata da una cementificazione selvaggia, sociopatica, con aree letteralmente strangolate, la pelle della città coperta da psoriasi di decine e decine di centri commerciali, dermatiti di palazzoni orripilanti, alberi buttati giù a centinaia per far posto a parcheggi a pagamento la cui vista ribalta lo stomaco. Dal Fiera District al Parco Nord è un inno alla fine della convivenza. Il triangolo via Massarenti - via Guelfa - Viale Lenin emette le peggio vibrazioni in città.
Quali tradizioni di accoglienza? Quale città bonaria? Io vivo qui da 16 anni e ho visto aumentare sempre più la selezione di classe, addirittura di censo. Hai i soldi? Bene. Non ce li hai? Te lo metto nel culo avvolto nella carta vetrata e devi pure ringraziarmi.
Bologna è una città che ha bisogno di un grande lavoro di demistificazione. Chi non ci vive la crede il paradiso in terra, e non si immagina quanto ormai sia noiosa e avvilente.
Va bene criticare Cofferati e il suo stile di governo, va bene rivendicare più partecipazione e più ascolto, va bene tutto.
Ma inventarsi cazzate no, per favore. Questo non lo tollero nemmeno da Bifo.
Errata corrige: "imbottendo".
Io non ci vivo, a Bologna, ma ci ho abitato un paio di mesi in passato e ci passo spesso. Penso proprio che abbia ragione WM1. Sicuramente ne ha a iosa sulla percezione dall'esterno di Bologna.
Rispondo all’articolo di Berardi sul sindaco di Bologna.
Io "Quasi quasi mi tengo Berlusconi" non lo diro’ mai, come non diro’ mai
che rivoglio Guazzaloca, ma per quello non ci penso nemmeno a rivolere
Vitali.
La delusione per Cofferati sindaco non nasce da una critica per cattiva
aministrazione ma da un empito di speranze che Cofferati "forse" ha
alimentato, forse no, chissa’ cos’avevamo sperato e capito, e che ha davanti
non tanto la sua persona ma un certo modo di fare politica che non soddisfa
piu’ richieste di un elettorato evoluto e meno bamba del passato. La gente,
molta gente, e’ andata avanti e ha oltrepassato le attuali strutture
verticistiche dei partiti. I movimenti, i girotondi, le associazioni hanno
allenato tante persone a forme di democrazia attiva, partecipata,
assembleare, con consultazioni e deliberazioni che partono dal basso,
coinvolgendo il numero piu’ grande possibile di cittadini. Contro tutto
questo, i partiti, anche i partiti di sinistra, sono rimasti arroccati a
forme di gestione verticistica e sorda del potere che nulla hanno a che
vedere con un allargamento della democrazia, anzi che spesso sono in non
ascolto o addirittura in opposizione con le espressioni dell’opinione
pubblica (vedi la precarizzazione del lavoro o la guerra o il welfare).
Non faccio ovviamente questo discorso verso i regimi di centrodestra che
mostrano una decisa immagine autoritaria e antidemocratica e ormai non
significano piu’ nulla per il progresso del paese e non offro queste
critiche alla sinistra per contrastarla tout court, bensi’ per insistere
sulla sua dissintonia con l’evoluzione del paese e spronarla a migliorarsi
per superarla.
Il fatto che Cofferati, prima del suo mandato, aprisse assemblee consultive
a livello di quartiere per la formazione del suo programma ha illuso i piu’
che avesse intenzione di realizzare un Nuovo Muncipio, sull’esempio di
Castellammare o Empoli, eppure anche nei suoi primi discorsi doveva essere
chiaro (ma non l’abbiamo capito) che non era sua intenzione oltrepassare una
certa linea moderata e conservatrice che poi e’ stata consolidata dalla
carenza di soldi pubblici, frenando le sue iniziative, se pure ce n’erano.
Insomma il personaggio non aveva abbastanza audacia o convinzione per
tentare linee di amministrazione realmente innovative, di democrazia
partecipata, sull’esempio di Port Alegre o di aperture sociali. Ancora non e’
chiaro se la gente si e’ illusa per proprio conto o se quello che Cofferati
concedeva era realmente un livello assembleare di facciata che non sarebbe
mai diventato qualcosa di diverso una volta vinte le elezioni. E allora cos’era?
un’autoillusione? Eppure le premesse c’erano. Si parlava di riscrivere le
circoscrizioni di quartiere, si dovevano creare assemblee locali permanenti,
si dovevano aumentare i poteri dei presidenti di quartiere anche nel senso
di una parziale gestione finanziaria (il famoso 10% del bilancio), ma ancor
oggi mi chiedo se tutto questo ce lo siamo sognato o se realmente Cofferati
lo aveva promesso, sicuramente noi lo volevamo ma non abbiamo poi visto
nulla. Cofferati si e’ poi trovato le pesanti remore delle promesse fatte da
Guazzaloca e dei suoi progetti inconcludenti lasciati a meta’. La
cittadinanza aveva rifiutato totalmente la spesa enorme in un inutile metro
di un km e mezzo che avrebbe sventrato il centro ed era tranquillamente
sostituibile con 5 minuti di autobus per collegare la stazione alla fiera.
Cofferati non ha voluto ascoltare i cittadini che avevano respinto il metro’
per non perdere il tot promesso dal governo, ma Berlusconi gli ha rifiutato
poi quei soldi, e cosi’ ha perso capra e cavoli.
In quanto al premio in denaro per i membri del comune, la promessa fu fatta
da Guazzaloca a fine mandato per avere la rielezione ma senza fondi di
copertura, e ora Cofferati dovrebbe mantenerla con la stessa mancanza di
fondi, non puo’ farlo, e cio’ suscita ribellismo e scontento dei dipendenti
comunali.
I bolognesi non hanno ancora capito se questo sia un sindaco buono o
mediocre. Forse un anno e’ troppo poco anche per correggere i guasti di
Guazzaloca. O forse chi sa far bene il pittore non e’ detto sappia far bene
il cantante. Certo nessuno ha apprezzato che una biblioteca pubblica sia
stata venduta a negozi privati, come e’ stato violentemente criticato il
comportamento verrso i rom o i migranti o i senza casa. Ma Guazzaloca aveva
fatto peggio vendendo l’acqua di Bologna e prima ancora qualcun altro aveva
venduto le farmacie pubbliche, la Fiera, e aveva in progetto discariche
fortemente pericolose di scorie tossiche vicine ai centri abitativi. Bologna
ha avuto ottimi sindaci di sinistra, ma ultimamente tra destra e sinistra
non ha brillato nessuno. I problemi sono diventati cronici, nessuno ha visto
case popolari, ristrutturazione della tangenziale, ammodernamento della
stazione, asili per migranti, studentati universitari, scuole materne,
riduzioni di inquinamenti, risanamento di zone degradate, poliziotti di
quartiere .. per non parlare di cultura o turismo. I problemi si
cronicizzano, i fondi sono sempre piu’ scarsi e tra un sindaco e l’altro la
citta’ piano piano se ne muore.
Ma per chi intende fare una notte in cui tutte le vacche sono nere e arriva
a dire che Guazzaloca e Cofferati pari sono, senza nemmeno sapere come
stavano i fatti, ricordo che il caro Guazzaloca una sola cosa sapeva fare:
stare tutto il giorno a un bar di Piazza Maggiore disertando le sedute
comunali col dire che se le poteva sentire per radio e non seppe smuoversi
nemmeno per farsi la propria propaganda elettorale per quanto era
nullafacente e i bolognesi lo ricorderanno solo per poche cose: aver
inquinato col traffico il centro storico per favorire i commercianti che poi
gli hanno votato contro perche’ i clienti li hanno persi lo stesso, aver
snobbato lui e la giunta qualunque celebrazione di liberazione nazionale o
per la pace, aver affidato le sorveglianza dei parchi a un gruppo di
neonazisti, aver chiamato dei naziskin a suonare in una festa pubblica,
oltre che naturalmente aver fatto cadere in tale decadenza gli asili
comunali che ben 800 bambini ne sono rimasti fuori, aver minacciato
finanziariamente i centri sociali per gli anziani...insomma nulla che sia
stato buono.
No, nessuno avra’ rimpianti per il caro Guazzaloca. Resta la delusione per
Cofferati che molti avevano visto come l’uomo nuovo di una politica nuova e,
forse, era l’uomo vecchio di una partitocrazia vecchia, ma qui il discorso
va molto oltre la persona e investe tutto l’establishment della politica
italiana che sembra piu’ una anticaglia che una struttura funzionale al
paese. Comunque il mondo non fu fatto in un mattino e speriamo che negli
anni a venire anche l’amministrazione di Bologna mostri qualche guizzo di
novita’ altrimenti siam messi proprio male.
Ma le primarie non ce le potremmo fare da noi anche nelle zone protette e
dargliela noi una mossa a questa vecchia politica delle segreterie?
caro R.B. (come ti firmavi una volta), non siamo andati d'accordo MAI su nulla, o quasi, stavolta invece abbiamo una perfetta identita' di vedute.
E' Bologna il problema, non cofferati.
Nel 1999 come L.B. scriveste "una terribile bellezza e' nata" sull'elezione del guazza, non ero e non sono d'accordo, ma il guazza era il sindaco pessimo ma perfetto per la pessima citta' che e' diventata Bologna che non e' la sola ad essere ridotta cosi', Firenze la segue a punghi passi, Milano e' stata la capofila, Roma e Napoli arriveranno prima o poi al livello paranoide delle altre citta'.
Forse siamo alla crisi delle grandi citta'?
Berja, ti ricordi qual era l'ultima frase di quel testo sulla terribile bellezza?
"Che la sinistra cittadina sia finalmente costretta a inventarsi qualcosa."
Ecco, non è riuscita (non ha voluto) inventarsi niente.
Guazzaloca è stato sì uno sprone a muoversi, ma all'ingiù, oltre il ciglio del baratro.
un po' di discussione su Bifo e Wu Ming da non perdere:
http://italy.indymedia.org/news/2005/03/744322.php