Il polista ulivista
di Marco Travaglio
Dunque Vittorio Sgarbi non sarà candidato alle primarie dell'Unione. Il triste annuncio, accolto con viva costernazione dagli elettori del centrosinistra che hanno proclamato una settimana di lutto nazionale, è giunto dall'ultima riunione in Piazza Santi Apostoli. Motivo: Sgarbi ha ricoperto incarichi nel governo Berlusconi (sottosegretario ai Beni culturali). C'è da sperare che lo stesso sbarramento valga anche per le elezioni politiche. Nel qual caso ci risparmieremmo la transumanza di riciclati e voltagabbana in cerca di poltrona, nonché la scena paradossale di candidati che, dopo aver votato tutte le leggi-canaglia dell'ultimo quadriennio, chiedono il voto contro il governo che le ha approvate. Cioè contro se stessi.
Ma forse, per levarci dai piedi uno Sgarbi, sarebbe bastato molto meno: quel Codice etico da tempo invocato da Biagi, Sylos, Tabucchi, Sartori, Veltri, Di Pietro, Dalla Chiesa e altri, che dovrebbe vietare di candidare almeno i condannati: e Sgarbi, a parte le calunnie e le diffamazioni che da dodici anni diffonde a piene mani contro i migliori magistrati d'Italia in difesa dei peggiori corrotti e mafiosi, ha una condanna definitiva a 6 mesi di reclusione per truffa pluriaggravata ai danni dello Stato, cioè del ministero dei Beni Culturali di cui era viceministro. Va detto, a suo onore, che Sgarbi l'ha presa bene: «È una regola da direttorio fascista», ha commentato con la consueta serenità e pacatezza. Poi ha illustrato i nobili motivi che l'avevano portato a voltare gabbana: «Non è che mi offro al centrosinistra per salvarmi il culo, comportamento fra l'altro legittimo. Ma offro, stando a calcoli prudenti, lo 0.5% dei voti«. Che altruista: non è che andasse in cerca di un seggio sicuro per guadagnarsi un'altra volta la preziosa immunità parlamentare, visto che ormai le sue condanne non sono più coperte dalla sospensione condizionale della pena. No, non era per questo, anche se l'alto valore ideale del «salvarsi il culo» a lui sembra più che «legittimo». È che lui porta voti, o almeno dice di portarli (senza calcolare quanti ne fa perdere): pare infatti che abbia una famiglia piuttosto numerosa. «Io - ha svelato - di figli ne ho tre ufficiali e uno dubbio: c'è anche un bambino che mi ha visto e mi è venuto incontro chiamandomi papà, ma non so bene come stanno le cose» (11-5-2003). D'altronde, «se una ragazza rimane incinta mica può disfarsi di un figlio di Sgarbi: è un patrimonio» (8-9-2003).
«Sono sempre stato di sinistra», ha confidato ai giornali del gruppo Monti il 16 maggio scorso. In effetti, lo si sospettava da tempo: da quando disse che «Bossi deve tornare con il Polo per fare a pezzi i cattocomunisti che sgovernano il paese» (28-1-99); quando tuonò contro «una sinistra disperata e criminale dalla sensibilità fascista» (1-2-2001); quando giurò solennemente che «noi restiamo alleati organicamente del Polo, perchè non siamo come certi alleati che vanno e vengono» (10-2-2001); quando annunciò che «Sgarbi non può permettersi di fare il giochetto e passare all'Ulivo. Prodi è bollito» (26-10-2003); e quando, sei mesi fa, propose Berlusconi al Quirinale e la Fallaci senatore a vita, spronando il Cavaliere «a puntare su gente come la Fallaci, Feltri, La Malfa e Sgarbi» (6-3-2005) e lanciando l'idea di un partito dell'Orgoglio Occidentale con Ferrara e Fallaci.
Il fatto è che, nella fretta del trasloco, s'è scordato qualche passaggio intermedio. Come quelli che partono per le ferie e lasciano accesi il gas e la luce. Ecco, Sgarbi s'è dimenticato di chiedere scusa a Prodi, Fassino, Rutelli, Veltroni, Melandri & C. per gli insulti simpaticamente riversati su di loro negli ultimi dieci anni, prima della conversione sulla via dei Santi Apostoli. Inoltre gli è proprio mancato il tempo per aggiornare il suo sito internet, che continua a riportare in copertina la sua campagna elettorale per le elezioni europee del 2004, ovviamente con la Casa delle Libertà. Inoltre ha seguitato inavvertitamente a collaborare con il Giornale di Berlusconi, dove tiene una rubrica settimanale. E, come ci segnala un amico marchigiano, pare si sia pure scordato di rassegnare le dimissioni da assessore «esterno» ai Grandi eventi del comune di San Severino Marche, in una giunta ovviamente di centrodestra. Esterno nel senso di platonico, visto che alle riunioni di giunta di San Severino non lo vedono più da anni. Ma insomma, un assessore del Polo candidato dell'Ulivo è uno spettacolo che ancora mancava, persino nel paese di Pulcinella.
"..offro, stando a calcoli prudenti, lo 0.5% dei voti."
a stare al micro-sondaggio di alberto, la mia stima e` che lo 0.5% guadagnato sarebbe stato compensato da almeno un 5% di voti persi nel centrosinistra: quello che mi scoccia e` che probabilmente questa e' la principale ragione per cui sgorbi non e' stato implotonato.
piuttosto, in illo tempore prodi si era espresso a favore della adozione quel codice etico, qualcuno sa cosa ne e' stato? l'ha vinta oppure e' finita come al solito a pane e cicoria?
la seconda che hai detto...
SI A SGARBI.
Nell'Unione vi sono presenti elementi ben peggiori di Sgarbi.Ed è inutile alzare un polverone poichè puoddarsi si sia rinsavito.
e' piu' facile (nel suo caso mooooolto piu' facile) rincoglionire che rinsavire.
a me fa impazzire stella, che sul corriere parla di sgorbi come di un lucido provocatore. possibile che non si ricordi piu' di cosa successe per montanelli, e come il suddetto agi' da killer prezzolato dagli schermi mediaset? il problema non e' di quale sia il passato di sgorbi: il punto vero e' che sgorbi e' funzionale al progetto di fare perdere prodi.
comunque yuri, non perdere il sonno per quello che e' successo: anche se non lo si potra' votare come candidato nell'unione, lo si potra' votare altrove e di sicuro non uscira' dalla scena della vita pubblica. se vuoi, sono pronto a scommetterci sopra.
Risposte
Vittorio Sgarbi:
"Molte sono, nonostante l'apparente precisione, le imperfezioni di intelligenza e di memoria di un Travaglio; e le accuse di diffamazione sono formulate da un diffamatore abituale e recidivo. Voglio pensare che non parli di me quando indica la «scena paradossale di candidati che, dopo aver votato tutte le leggi-canaglia nell'ultimo quadriennio, chiedono il voto contro il governo che le ha approvate». Io, infatti, non ne ho votata neanche una.
Mi chiedo invece se non si vergogni il Travaglio a continuare a scrivere che io difendo «i peggiori corrotti e mafiosi» contro «i migliori magistrati d'Italia». Immagino che fra questi ultimi egli annoveri anche quelli di cui si conosce l'esito fallimentare di molte inchieste, stabilito con sentenze definitive dei tribunali: forse migliori ne sono le intenzioni, e non può essere diffamatorio indicarne i limiti riconosciuti. Quanto ai corrotti e ai mafiosi non mi pare che possano essere giudicati tali quelli che io ho difeso: Giorgio Strehler, Carmelo Bene, Bruno Tabacci, Gianni Versace, Krizia, Armani, Lombardini, Musotto, Mancini, Carnevale.
Travaglio è impreciso anche rispetto all'immunità parlamentare che non mi è mai servita per compensare la sospensione condizionale della pena, dal momento che non ho alcuna condanna definitiva per diffamazione, nonostante gli innumerevoli processi, e soltanto sentenze di assoluzione in Cassazione. Non so bene, inoltre, cosa c'entrino i miei figli, ma so che nel sondaggio per le primarie, insieme a Di Pietro, ero il solo candidato che portava, come forse è utile per la vittoria, voti dal centrodestra.
Sorvolo sulle citazioni di annata che Travaglio conserva gelosamente come Andreotti i dossier, ma stupisco che egli ignori che le elezioni europee si fanno da soli, con un sistema proporzionale puro, ovvero uno contro l'altro; e non ha, quindi, alcun senso dire che le ho fatte con la «Casa delle Libertà». Strana anche l'idea, da fanatico, che io debba interrompere la collaborazione con il Giornale, applicando una visione manichea prevalente sulla sostanza degli argomenti trattati. Eppure a lui, che è di destra, è «democraticamente consentito» scrivere su l'Unità."
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Marco Travaglio:
"Uno dei pochi vantaggi del bipolarismo all'italiana è che, negli ultimi 13 anni, più che fra destra e sinistra, ha eretto un muro molto affilato fra malfattori e persone perbene. Non occorre un grande archivio, ma solo un briciolo di memoria, per ricordare da quale parte stava Vittorio Sgarbi, dai vari pulpiti messigli a disposizione dal cavalier Silvio Berlusconi. Comprendo la sua amarezza per l'esclusione dalle primarie dell'Unione e (mi auguro) dalle prossime elezioni politiche. Ma non capisco che cosa voglia da me. Visto che, come ha dichiarato, è «sempre stato di sinistra», provi a fare un sondaggio fra gli elettori a cui vorrebbe chiedere il voto.
Domandi se preferiscono Borrelli, Caselli, Davigo, Di Pietro, Colombo, Boccassini, Ielo, Greco, D'Ambrosio, Ingroia, Scarpinato e gli altri magistrati che lui per tredici anni ha diffamato e calunniato come «assassini» e/o «mafiosi», oppure i suoi idoli, che lui stesso ha la bontà di elencare (in piccola parte). Quanto alle «sentenze definitive dei tribunali», sorvolo per carità di patria su quella che l'ha giudicato definitivamente colpevole di truffa pluriaggravata ai danni dello Stato e sulle moltissime sentenze non ancora definitive a causa dello scandaloso abuso dell'insindacabilità parlamentare per coprire calunnie e diffamazioni.
Ricordo soltanto, a titolo di esempio, che Giorgio Armani ha patteggiato 9 mesi e 20 giorni per corruzione della Guardia di Finanza, che molti altri stilisti confessarono di aver pagato mazzette alle Fiamme Gialle ma furono considerati concussi, che nella casa al mare della famiglia Musotto erano ospitati tre mafiosi latitanti, che il giudice Lombardini si tolse la vita prima di essere processato per le sue gravi intromissioni nel sequestro Melis, che Carnevale fu assolto perchè la Cassazione ritenne inutilizzabili le accuse gravissime formulate da tre suoi stessi colleghi sulle pressioni subìte per annullare condanne di noti mafiosi. E potrei continuare a lungo.
Gradirei invece sapere dallo Sgarbi, sempre a titolo di esempio, su quali prove egli andò in tv ad accusare Gian Carlo Caselli di essere il mandante morale dell'omicidio di don Puglisi in base a una lettera anonima. Sarò un fanatico, ma trovo poi spassoso che un ex berlusconiano pretenda di candidarsi con l'opposizione a Berlusconi seguitando a farsi retribuire dalla famiglia Berlusconi. Per il resto, se il suo prezioso apporto è stato finora respinto dall’Unione, non so che farci: immagino che qualcuno ricordi ancora le nobili parole con cui accolse la nascita del governo D'Alema, quando si disse tentato di votare a favore «per aggiungere merda alla merda». Ecco, probabilmente i destinatari non ci tengono.
Comunque: se non è un seggio sicuro in Parlamento con annessa immunità che Sgarbi va cercando, perchè nella prossima legislatura non si accontenta di una consulenza tecnica nell'unica materia in cui eccelle, l'arte del Rinascimento? Ci batteremo tutti perchè la ottenga. In Italia le consulenze sono come le sigarette ai condannati a morte: non si negano a nessuno."
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Filippo Facci:
"Gli stilisti del diritto
Attaccato da l'Unità, Vittorio Sgarbi ha ricordato la sua difesa di personaggi come Strehler, Tabacci, Versace, Krizia, Armani, Lombardini, Musotto, Mancini, Carnevale: «Non mi pare - ha scritto - che quelli che ho difeso possano essere giudicati corrotti e mafiosi». Gli ha replicato a sua volta, barando come al solito, Marco Travaglio: «Ricordo soltanto, a titolo di esempio, che Armani ha patteggiato 9 mesi e 20 giorni per corruzione». Travaglio non poteva fare altri esempi, in primo luogo, perché gli altri sono stati tutti assolti. Gli stilisti Krizia e Versace e Ferrè, in secondo luogo, furono dapprima condannati dal Pool di Milano ma successivamente assolti a Brescia: questo mentre altri stilisti inquisiti nella stessa indagine, come appunto Giorgio Armani, viceversa avevano scelto di optare per la legge del Pool e scelto il patteggiamento a Milano. Se avesse tenuto duro come gli altri, anche Armani sarebbe stato assolto a Brescia. Ma erano anni in cui la carcerazione preventiva era la regola e spesso si patteggiava anche solo per uscire dall'inferno giudiziario. Di circa 1200 condanne milanesi, ben 800 sono state ottenute in questo modo: con patteggiamenti. Anche questa fu Mani pulite. E anche questo è Travaglio."