Caro Petruccioli ...e il Dialogo?
di Paolo Flores d’Arcais
Caro Claudio, non devo certo ricordare a te quanto sia cruciale, per il presente e il futuro della tartassata democrazia italiana, l’imparzialità dei mass media, e in particolare del sistema radiotelevisivo, unica fonte di informazione (o manipolazione) per il novanta per cento dei nostri concittadini.
Del resto, a mio avviso opportunamente (ma scommetterei anche a tuo avviso), Romano Prodi è intervenuto proprio su questo nei giorni scorsi.
Lo ha fatto ripetutamente e con toni allarmati denunciando l’andazzo non propriamente imparziale con il quale oggi tv pubblica e tv private danno conto agli italiani di quanto avviene nel nostro Paese e nel mondo. Perché, in una democrazia liberale (ma con i lettori dell’Unità e con te sfondo una porta aperta) l’imparzialità dell'informazione è sempre un bene pubblico: è l'orizzonte senza il quale (o in manipolazione del quale) il cittadino non ha più a disposizione i dati in base ai quali scegliere i suoi rappresentanti in Parlamento (o direttamente il governo, in un sistema maggioritario). Se i dati di fatto mancano - perché omessi, manipolati o addirittura inventati ad arte - il cittadino voterà “x” malgrado le sue intenzioni, i suoi valori, i suoi interessi, la sua decisione insomma, fosse “y” (quanti americani NON avrebbero votato Bush, se fossero stati informati che in Iraq NON c'erano armi di distruzione di massa?).
Non da ora, come sai, MicroMega condivide queste preoccupazioni. Fin dalla sua nascita, anzi (il prossimo marzo saranno vent'anni) ha fatto dell'informazione imparziale un tema politico e culturale quasi ossessivo (e per questo siamo stati trattati da cassandre: ma la realtà ha superato i nostri timori con distacchi alla Fausto Coppi). Ecco perché abbiamo deciso di dedicare l'intera giornata di domani, sabato 1 ottobre, in collaborazione con l'Università Roma 3, ad una pubblica discussione sul tema «Libera stampa in libero Stato» (dalle ore 9,30 alle 18,30, no-stop con pausa-panino, presso l'Aula magna della facoltà di lettere e filosofia di Roma 3, via Ostiense 234).
Numerosi e autorevolissimi i tuoi colleghi della carta stampata e audiovisiva che hanno accettato l’invito. Ne cito solo alcuni: Sandro Curzi, Giovanni Floris, Enrico Mentana, Nino Rizzo Nervo, Oliviero Beha, Carlo Freccero, Norma Rangeri, Andrea Purgatori, Lilli Gruber, Loris Mazzetti, Maurizio Chierici, Lidia Ravera, Elio Veltri, Massimo Fini, Miriam Mafai, Antonio Scurati (recente vincitore del Campiello), i direttori de l'Unità Antonio Padellaro, de il Manifesto Gabriele Polo, Liberazione Piero Sansonetti, e il condirettore di Europa Federico Orlando (perché anche alla stampa del centro-sinistra vogliamo rivolgere domande scomode, all'insegna del motto gramsciano «la verità è rivoluzionaria»).
Ad aprire i lavori sarà la proiezione dei passi salienti di «Viva Zapatero!», lo straordinario film di Sabina Guzzanti (a Venezia la più lunga ovazione) che rinnova in Italia una tradizione di film/documentario di impegno civile che si andava perdendo (e che Hollywood ha invece rilanciato con Michael Moore), seguita dalla discussione col pubblico, e con gli altri giornalisti, condotta da Sabina e da Marco Travaglio.
Sono perciò rimasto dapprima sconcertato e poi incredulo quando ho saputo del tuo rifiuto a partecipare a questa giornata di dibattito, di confronto e di impegno “dalla parte” dell'informazione imparziale (che continuo a pensare dovrebbe essere il primo partito per ogni giornalista). Infatti, accreditando e ribadendo in ogni modo il ruolo di “presidente di garanzia” con cui vuoi dirigere il consiglio di amministrazione Rai, hai ripetuto in ogni intervista, ma anche nelle riunioni del consiglio di amministrazione - come riportato dai media e confermato dai tuoi colleghi consiglieri - la tua disponibilità al confronto con tutte le componenti politiche e culturali della società italiana, e dunque la volontà precisa di non discriminare fra gli inviti che ti sarebbero stati rivolti.
Venendo da un uomo politico Ds, di tale intenzione antidiscriminatoria erga omnes i media hanno sottolineato l'implicita apertura verso l'orizzonte politico e culturale berlusconiano e di destra in tutte le sue componenti. Che tale vocazione antidiscriminatoria si applicasse anche all'orizzonte politico e culturale che nel berlusconismo denuncia il regime sembrava andare da sé.
E invece, pronto al confronto con tutti, all'invito di MicroMega hai detto un rotondo no. Non conosco le motivazioni ufficiali (alla mia lettera non ho infatti avuto risposta), conosco solo quelle ufficiose che hai riferito al tuo collega di consiglio Sandro Curzi (che altrettanto ufficiosamente ti aveva anticipato il mio invito): motivazioni francamente insostenibili e in completa contraddizione con le tue dichiarazioni programmatiche.
Se la discriminazione contro MicroMega venisse dal compagno Petruccioli, o dal parlamentare Petruccioli, poco male. Mi dispiacerebbe sul piano personale, lo considererei un errore politico della sinistra (non certo il solo, e nemmeno il più grave), ma rientrerebbe nella discrezionalità di una insofferenza (per usare un eufemismo) contro chi dissente, che nella storia del Pci prima e dei Ds poi ha trovato un suo spazio (non sempre angusto).
Ma l'invito non era rivolto al compagno Petruccioli o al parlamentare riformista Petruccioli. Era rivolto al presidente Rai di garanzia. E che tale si vuole e che per questo non discrimina nessuno dei suoi avversari politici oggi al governo. Ecco perché il tuo rifiuto al confronto mi sembra incredibile. Ecco perché voglio continuare a pensare che si tratti di un equivoco, e che sabato mattina ci sarai anche tu, a esporre le tue riflessioni e le tue ragioni, rispondendo alle riflessioni, alle ragioni, e dunque anche alle critiche, di tanti e così autorevoli giornalisti delle libertà.
quiz: dove lavora Giangiacomo Mazzucchelli, figlio di Giovanna Nuvoletti, moglie di Claudio Petruccioli (Presidente di garanzia RAI - in quota Ds)?
al tg5.
Questo non è uno scoop ne un gossip... ma solo un piccolo esempio della loro totale autoreferenzialità disgustosa.
credo abbia già studiato da mo'.