Caro Caldarola,
ci conosciamo da un po’ di tempo. Quando dirigevi l’Unità mi hai dato spazio e rilievo e te ne sono ancora grato. Per quanto mi consta, può capitare che la pensiamo diversamente, ma non spesso né molto. Sul Corsera di venerdì scorso ho invece letto una tua frase tra virgolette che trovo sbagliata e ingiusta.
Riferendoti a Marco Travaglio e ad un suo intervento sull'Unità hai detto: «Io quello spazio non glielo avrei dato, non vorrei avere in pagina una specie di pm che usa il randello al posto della penna». A me sembra che voler negare spazio ad uno come Travaglio è un po’ come ragionare alla Tafazzi. Se i suoi libri finiscono sempre in classifica e ci restano settimane su settimane (Intoccabili, l'ultimo suo volume scritto in collaborazione con Saverio Lodato, ne offre l'ennesima dimostrazione), se i suoi articoli e le sue rubriche riscuotono tanto successo (conosco un mucchio di gente che sceglie di cominciare la sua giornata leggendo l'ormai mitico «Bananas»), qualcosa - io credo - vorrà pur dire. Non sono fatti da poco, che si possano cancellare o trascurare. A meno che la voglia di togliere spazio a Travaglio non risponda ad altre logiche, che - oltre a risultare incomprensibili - scontenterebbero un sacco di lettori.
Non sei d'accordo con quel che scrive Travaglio? È ovviamente più che legittimo. Com’è legittimo discutere e controbattere quel che Travaglio scrive. Ma di qui a teorizzare che non gli si dovrebbe dare spazio corre un oceano. Tanto più che Travaglio i suoi spazi li utilizza, molto spesso, per rivelare quel che altri fa di tutto per nascondere o stravolgere. I provvedimenti giudiziari, ad esempio, Travaglio prima li legge e soltanto dopo ne scrive. Lo so che si tratta di un metodo in decadenza. Sono molti, infatti, che sistematicamente prescindono dal contenuto obiettivo degli atti per esercitarsi nello sport nazionale di valutare l'operato dei giudici non in base ai tradizionali criteri della correttezza e del rigore, bensì in base al più moderno criterio della convenienza (per sé o per la propria «appartenenza»). Questo nuovo criterio, proprio della stagione che viviamo, a Travaglio evidentemente non va giù. Ma non basta che uno rifiuti di stare al passo coi tempi per negargli spazio. Anzi, se i tempi sono quelli che sono, invece del silenzio è la parola, sempre più parola, che gli si dovrebbe garantire.
E poi, caro Caldarola, l'equazione «randello-penna», al di là della battutaccia ad effetto, proprio non regge. Travaglio i fatti che espone li documenta sempre, ad uno ad uno. Per questo dà fastidio a tanta gente che gioca sulla disinformazione o sull'equivoco per seppellire le sue malefatte. I fatti provati e riscontrabili (Travaglio è quasi maniacale nella citazione delle fonti) sono clave solo per chi si vede arrivare addosso verità scomode. Non sono clave per chi abbia a cuore un effettivo pluralismo dell'informazione.
Infine, non mi va giù (e credimi, non per ragioni corporative) il modo piuttosto spregiativo con cui tu accenni ai Pm. Tu ricordi sicuramente meglio di me i tanti Pm ammazzati dal crimine organizzato. Ma lasciamo stare i morti.
Parliamo invece dei tanti Pm che vengono quotidianamente insultati da chi non tollera di essere uguale agli altri cittadini di fronte alla legge. Parliamo dei Pm che la controriforma dell'ordinamento giudiziario vuole cloroformizzare perché imparino finalmente a stare al mondo. Parliamo dei Pm ( e sono tanti) che ancora coltivano l’hobby di essere soggetti soltanto alla legge, disobbedendo a tutto ciò che legge non è (si tratti del palazzo, della maggioranza politica contingente, di potentati politici o economici). A fronte di queste indiscutibili realtà, che senso ha parlare dei Pm in termini spregiativi? Lasciamolo fare a coloro che nell'indipendenza della magistratura vedono un pericolo per la loro impunità.
Altrimenti (ma qui Travaglio non c'entra più) c'è il rischio che alla lunga si faccia sempre più fatica a distinguere le diverse opzioni politiche. E se tutti sembrano eguali, magari si conclude che non val più la pena di scegliere l'uno piuttosto che l'altro.
Gian Carlo Caselli
E' andato giù duro.
Da antologia. Scolastica, intendo.
E se tutti sembrano eguali, magari si conclude che non val più la pena di scegliere l'uno piuttosto che l'altro
D'Alemoni, ovvio.
Chapeau.
caselli si e' limitato a leggere la frase, il commento veniva quasi da se. o c'e' qualcuno che possa sostenere che caldarola dimostri rispetto verso uno dei poteri dello stato e verso i giornalisti "con la schiena dritta", dopo averla letta?
Sempre imparziale, sobrio ed equilibrato, il popolare Procuratore Nazionale Antimafia.
Ops, dimenticavo: lo hanno (con mio grande gaudio) trombato...chiedo venia per la gaffe!
Madò quanto sei fesso... fai spavento.
Con che fa rima Fotone?...
Sottoscrivo quanto detto dal Kompagno Fotone, aggiungendo una triste puntualizzazione: il fatto che sia stato trombato (con mio estremo gaudio) alla PNA gli fornisce una immeritata possibilità di paragonarsi a Falcone, che fu ai suoi tempi ingiustamente trombato (con mio sommo rammarico) per la direzione della PNA.
Ah già!! Dimenticavo: gli fornisce l'unica possibilità per paragonarsi a Falcone...
Don't Feed The Troll - please!!!!
Ed ecco l'altro. Vanno a coppia. Casomai passasse di qua qualcuno e si stupisse che qualcuno possa ancora dire simili scemenze, anche se è del tutto OT, sia detto che Caselli è stato trombato grazie a una apposita legge. Non ti preoccupare visitatore che passi da queste parti, il tizio che scrive le idiozie che leggi qui sopra è uno che crede a Berlusconi (e quindi probabilmente alla Fata Turchina).
ora la Fata Turchina ti denuncia per diffamazione :D
Bubbidolo, lascia perdere l'ironia, non è materia tua.
Nel migliore dei casi risulti greve.