Più le cose vanno avanti più questa cosa delle primarie mi pare una stronzata. Che senso ha fare scegliere ai milanesi un candidato di sinistra tra questi quattro? Vi sembra che, oltre a parole e intenzioni, uno di questi quattro possa risolvere i problemi per i ciclisti e il traffico a milano? Sono rimasto molto sfiduciato guardando il video. La più apprezzabile mi è sembrata la Moratti. E', paradossalmente, quella che mi darebbe la sensazione di un cambiamento serio.
gp non ti sfiduciare: sono venuti, hanno ascoltato, hanno capito di non essere competenti al 100% (qualcuno piu' qualcuno meno), hanno promesso di continuare ad ascoltare: di piu' non si puo' pretendere
gp: io penso che la grande importanza di ciclopolis non sia stata tanto la reazione a caldo dei politici (la rilevanza politica dell'evento si potra' vedere solo a primarie concluse e a programma definitivo steso), quanto il fatto che per la prima voolta nella storia recente della citta' il mondo delle due ruote meneghina si e' presentata compatta, agguerrita e non piu' disposta a essere messa in disparte.
penso sia un risultato straordinario - visto anche che ciclopolis e' stata organizzato in modo quasi roccambolesco visto tempi e risorse ridotti all'osso - e l'evidente partecipazione popolare (sia tra presenti che tra collegati via internet) secondo me ha sicuramente lanciato il messaggio che i problemi della bicicletta in citta' sono molto sentiti.
vale la pena anche ricordare che l'incontro di ieri voleva essere solo il primo passo, una specie di prova generale per un progetto piu' ampio da portare avanti nel tempo: creare un contenitore - ciclopolis - di tutte le realta' ciclistiche di milano che possa funzionare come interfaccia tra mondo delle 2 ruote e mondo politico/amministrativo. e un primo passo verso la creazione di un "partito" ciclistico, dove qui l'entita' politica si intende nel senso alto e sano del termine, ovvero un contenitore di idee, di progettualita', di poliedriche capacita' operative, di voglia di eccellere, di abilita' nel creare sintesi e consenso per ottenere risultati concreti. e' un'occasione storica di mettere insieme le moltissime idee e competenze del ciclismo urbano di milano e parlare con una sola voce forte, autorevole e indisponibile a compromessi o soluzioni mediocri.
ragazzi, ieri e' stata la prima prova tecnica di rivoluzione urbana ciclstica: sara' interessante vedere come si sviluppa!
A riprova: in questo momento sono al teatro Strehler a registrare un altro incontro dei quattro per Radio 24. Il titolo potrebbe essere "i 4 + 4", ovvero i candidati più 4 gatti. Certo, molti ascolteranno in radio. Ma è evidente che la potenza di fuoco del mondo della mobilità a trazione umana ha lanciato un messaggio forte e chiaro.
E lo lancia anche il modello di controinformaione con cui - qui e altrove - si sta seguendo la politica milanese. E' noto che "questo blog" ha un debole per Elisabetta Soglio, ma "questo blog" deve dichiarare che la copertura dell'evento di ieri da parte di Corsera grida vendetta. Il pezzullo di Elisabetta è sintomatico di come la stampa sia spalmata e corriva: nulla del contenuto rivoluzionario di ieri passa sul Corriere. L'articolo è una accurata velina, uno spottino ai 4 candidati senza coraggio né fantasia.
Fortunatamente lo streaming messo a disposizione di Corritore e la rete della Rete stanno facendo un gran lavoro.
Io sono uscito contento perché ho avuto l'impressione che i 4 siano rimasti spiazzati. Questo era ciò che si doveva ottenere, secondo me. Non aspettarsi proposte concrete che non sarebbero arrivarte perché non ne sanno un cazzo, ieri era evidente (tra guanti, racconti di vita, proposte archittettonical chic, e bisogno di imparere dichiarato). Ma, se guardate quotidiani e tg (regionale rai3 ieri sera) vedete che tutti ne parlano. Ormai la bici a Milano è a tutti gli effeti riconosciuto come un problema, un tema, un'occasione. Prima di ieri no. Ieri è stata una cosa nuova, destinata a mio avviso a lasciare il segno e a crescere nel futuro. tutti ieri eravamo lì quando Ferrante a promesso un incontro dopo il 29 gennaio con il candidato vincente. Una promessa, vista la partecipazione, difficilmente non mantenibile. Quello che contava era far emergere le realtà organizzate (molti a livelli avanzatissimi) a chi non ne sapeva niente e avrebbe continuato a non sapere niente. E' stato giusto il commento finale: siete poco preparati. E' stato il riassunto: rimandati a dopo il 29 gennaio in ciclabilità e cultura della bici. Secondo me qualcosa studieranno. Sarò ingenuo, ma la vedo così. Io credo che ormai davvero non si possa tornare indietro. Per lo meno per la sinistra milanese.
E' stato belllo incontrarsi di persona, dopo tanti post e nick, ridere alle battute dell'eccezionale moderatore, mattatore, Mastro Rotafixa ("che mai nella vita avrebbe pensato che un giorno gli sarebbe toccato presentare Dario Fo"), Biraghi che "rompeva i maroni con gli accessi via web" e la sua Leica digitale che scattava a tutto spiano sulla folla e non sui candidati (grande, dove sono le foto?), menthos e ciclofissati tutti in timbuk2. E' stato bello poi tornare a casa in bici con la sensazione che qualcosa si è smosso. Erano belli i video di chaingang: in alcuni momenti mi sono accorto di avere la pelle d'oca. La bici non è solo sana e corretta, è qualcosa di deisderabile, fascinoso. Credo che in molti ieri abbiano iniziato ad accorgeresene.
Achab: c'è scritto in fondo all'articolo dove sono le foto. Comunque qui.
Intanto anche il Giornale del bel Pietro ci riacama sopra a modo suo:
http://www.ilgiornale.it/lp_n.pic1?PAGE=16722
http://www.ilgiornale.it/lp_n.pic1?PAGE=16724
Pero' promettetemi che nessuno va a comprarlo in edicola, Ok?
Andrea Zagato su Il Giornale della famiglia Berlusconi - ovviamente a modo suo - rende molto di più lo spirito dell'evento rispetto a Corsera. Il che la dice lunga sul livello di informazione milanese. A margine: l'Unità non una riga, né prima né dopo.
Anch'io ero presente. e non mi è piaciuto.
Secondo me avrebbero dovuto dire una sola piccola frase: "sono molto contento che esistano tutte queste splendide iniziative e competenze importanti a Milano e cercherò certamente di aiutarvi a svolgere il vostro compito e di sentire le vostre richieste e proposte quando sarò sindaco".
Ferrante piatto.
Moratti ha svolto un compitino scontato
Fo prolisso, confusionario, perso
Corritore forse il migliore.
Io non voto a milano (abito a bresso) ma ne sono uscito con un senso di sconforto per ciò che la sinistra ha messo in campo per milano. soprattutto sconfortato da ferrante, completamente fuori luogo.
Complimenmti invece entusiasti a tutti i ciclisti presenti e ovviamente a tutte le realtà ciclistica che si sono presentate.
Darwin
dobbiamo avere il coraggio di dirlo: è stata una rivoluzione. la fine dei ciclisti "zio tom" che si lamentano e chiedono pietosa solidarietà. la nascita dei pistard urbani che amano la città perchè la trovano divertente ed in quanto tale, la trasformano. questo fatto crea una nuova prospettiva politica: la rivendicazione è solo nel proprio interesse, la trasformazione è nell'interesse collettivo. quindi abbiamo superato la contrapposizione tra categorie come i polli di renzo. ora un bel lavoro ci aspetta
era mai successo prima? no, quindi e' davvero un bell'inizio! e non e' un inizio sottovoce!
mastro rotafixa ha piu' personalita' dei quattro messi insieme. natura o miracoli della bici?
Sarebbe bello fare una rassegna stampa di quanto ha prodotto sui media l'incontro di ieri.
c'e' un elenco di link ai vari articoli pubblicati sui giornali di oggi sul sito ciclopolis. se siete a conoscenza di altri fatemi sapere che aggiorno la lista.
dal sito di Vivimilano: http://www.corriere.it/vivimilano/speciali/2006/01_Gennaio/16/bici.shtml
PS: bello il tuo intervento ieri.
dovremmo avere tutti, almeno un po, la stessa voglia di cambiare e migliorare.. o meglio, la voglia o il desiderio sicuramente in molti c'è, ma quanti si battono per ciò che vogliono? non fermarsi di fronte a ciò che appare impossibile..(i primi a non volere ascoltare spesso siamo noi cittadini,completamente indifferenti a problematiche comuni).. è vero che fin ora la politica ha ascoltato poco i disagi del popolo, ma quanti eventi di iniziative ci sono state(nate da un reale disagio che non è così banale come a molti può sembrare)fin ora come questa?
non è che da apprezzare tutto ciò..è un grande esempio! le cose, se vogliamo veramente, possono cambiare.
IO DICO NO A CHI HA VISSUTO SUL LAVORO PRECARIO !!
viva la bicicletta ma innazitutto no al lavoro incerto e precario, primo e fondamentale problema, attuale e futuro, per giovani e meno giovani
nella nostra città che perde piano piano le ultime tracce della propria connotazione industriale, della quale la bicicletta ha rappresentato non solo un fondamentale strumento di locomozione ma anche un prodotto di fama internazionale, non ritengo accettabile che il futuro candidato sindaco provenga dal mondo vuoto, fasullo ed inconsistente dei sondaggi di mercato e di opinione, fondati da sempre sul lavoro precario e sfruttato dei call center e sulle reti diffuse di caporalato dell'intervista
voglio un sindaco che garantisca una marcia indietro sul patto del lavoro del 2000 e non un consulente di marketing che costringa molti alla bicicletta e conceda a pochi l'autista, la barca e le scarpe fatte a mano
e perchè mai ciclopolis dovrebbe essere solo per milano?
vi ricordo che abbiamo le politiche tra poco....
che volemo fà?
rilanciamo?
considerazioni post ciclopolis
riuscita complessiva dell'iniziativa:
ottimo, soprattutto visti i tempi e i mezzi. Forse miracolo di san lazzaro
Riuscita tecnica e presentazioni.
difettuci
Un pò di improvvisazione e problemi tecnici hanno secondo me sminuito la potenza visionaria delle proposte. Come dice zkizo, si è fatta un pò troppa pubblicità all'esistente e poche visioni sul possibile. Le impressioni del pubblico sono state comunque buone, se avessimo mostrato tutto forse si sarebbero scottati.
Alla fine l'uscita stampa dfinale è stata parrecchio loffa, non hanno colto la particolarità dell'evento. In parte imputabile al comunicato ciclobby, che ha schiacciato l'iniziativa, in parte alla difficoltà di ribaltare una visione molto convenzionale della politica.
aspetti ++
Il pubblico. Tantissimi, anche per chi diceva: meglio la sala da 60 piena che 120 mezza vuota.
Stimati 250. E soprattutto attenti e preparati, hanno resistto senza fiatare a caldo, audio carente e un ora di conferenza. Altro che buona domenica.
Varietà e compattezza realtà presenti. Abbiamo dato l'idea di realtà forte e integrata. Anche riccardi nell'intervento è stao bravo, non ha spipponato troppo, e si è amalgamato bene al resto.
grande mara, sembrava il portavoce dell'ezln. e grandissimi gli agrari, + brillanti di tutti.
I candidati.
Li abbiamo spiazzati completamente. (cfr. faccia di Fo quando Paolo gli ha negato il palco, dicendogli "ora voi vi siedete lì buoni buoni ad ascoltare".)
Impreparati sul tema bicicletta. Ottime intenzioni e preparazione sul traffico (x me buoni il road pricing e il dimezzamnto auto di corritore, e l'accento sulla necessità di cambiare la cultura di ferrante) Alcune ricette x me demagogiche e forse sbagliate (mezzi pubblici gratis (moratti) olio di colza (ovviamente, fo). Ottima visione politica per quanto rigurda metodi di partecipazione e ascolo, abbastanza tutti. (forse un pò meno fo, mi sembra + preso ad ascoltarsi, ma questo è tipico degli attori e degli ultrasettantenni.)
Il tema bici è affrontato con sufficenza:
guantini simpatia (moratti), storiella strappalacrime e un pò jattante di toticchio (ferrante) aneddoto buffo (fo nel fosso). Candidati macchietta o bici in città problema da ridere?
E' vero, nell'impostazione del tutto avevamo detto che non si volevano propste concrete. E in fondo si sono detti disposti ad ascoltare e imparare (corritore) E si sono impeganti a lavorare, nel dopoprimarie, per inserire con forza il tema della bici nell'agenda politica (ferrante, mossa di classe con cui cancella in parte la figuraccia di toticchio).
Alcune cantonate: A londra le bici non sono spuntate come funghi (fo/livingstone?), ma hanno fatto un grosso lavoro, infrastrutture, campagne d'opnione, azioni innovative pro bici.
In complesso si oscilla tra politica dell'immagine (storielle, aneddoti) e il buttare lì proposte non pensate a fondo.
Forse la miglior risposta dei candidati, come qualcuno ha già scritto su omb, sarebbe stata (in coro):
"Ok, siamo convinti che la bc sia un pezzo fondamentale della milano che vogliamo costruire. Non abbiamo una ricetta pronta, da quanto visto abbiamo molto da imparare e molto da inventare.Ci impegnamo a lavorarci sopra, sarà un lavoro utile per sconfiggere la moratti e per cambiare milano. LAsciamo spazio ad altri interventi del pubblico."
In parte l'ha detto toticchio, ops ferrante, dopo la mia provocazione. E già buono così.
Alle primarie voto corritore, alle elezioni ferrante.
E per non finire male mi toticchio le palle.
Io non capisco tutto questo entusiasmo per la londra delle biciclette. Ci sono stato tante volte, una poche settimane fa, e, francamente di biciclette in giro ne ho viste meno che a Milano. E anche tutte queste piste ciclabili mi sono sfuggite. Ma forse sono io che ho girato poco.
L'esempio per Milano più giusto ritengo che sia Berlino, per diverse ragioni. Più, sicuramente, di Amsterdam. A Berlino le piste sono state costruite sfruttando centinaia di spartitraffico o isole pedonali inutili, presenti anche a Milano (si pensi a quelle con ancora le rotaie del tram che non passa più da 20 anni), marciapiedi insensatamente larghi (presenti anche a Milano, dove, anzi continuano a venire allargati) e dove non era possibile, tracciando la fatidica linea bianca a bordo carreggiata, che nessuno, dico nessuno, si sogna mai di invadere. Che sia bici o che si auto. Basta far rispettare severamente, tutti imparano. A Berlino, nessuno ha aumentato i mezzi di superficie, le macchine sono diminuite da sé. Diciamo da quando è caduto il muro, quindi una quindicina d'anni ci vogliono. C'è stata una politica seria e continuativa, non saltuaria a favore delle biciclette. Nessuno si aspetta tutto da subito, ma vogliamo, vorremmo poter vedere un chiaro progetto a lungo termine, attuabile da subito e con dei punti precisi, sviluppabili e incrementabili negli anni. Il primo punto deve essere la garanzia che le norme che tutelano la bici vengano rispettate severamente. Nessuno che invade le piste ciclabili esistenti, multe pesante e salate a chiunque compia infrazioni nel traffico nei confronti delle bici e dei pedoni.
Prima dimostrateci che ci tutelate e ci riconoscete, poi parliamo di piste ciclabili da costruire e del modo in cui farle. Finché c'è sufficienza e non è imposto un pieno rispetto delle regole, i furbi itagliani continueranno a fottersene. A londra, questo sì, i viglili sono di una inflessibilità e severità disarmanti. Non esistono, per esempio, mai 4 frecce che contino.
Si comincia così. Mica diversamente. Con quello che gli itagliani definiscono "moralismo" e che invece si chiama "etica". Anche questo va loro insegnato. Vedrai che imparano.
immagino palermo! sarebbe una rivoluzione su tutti gli aspetti! mi dispiace ammetterlo..ma per una città come pelermo e i suoi cittadini ci perdo le speranze.. sarebbe bellissimo però...
Che bello ritrovarsi in una sorta di assemblea partecipata! complimenti agli organizzatori ed alle varie associazioni presenti. Questo incontro, al di là della tristezza del momento politico e della scarsa consistenza di progetti concreti dei candidati, mi ha fatto rinascere la speranza che qualcosa di buono possa scaturire dalla partecipazione diretta delle persone al bene pubblico e che si possa in qualche modo incidere sul vivere civile.
C'ero anch'io domenica in libreria. Non ero ancora riuscito a vedere tutti insieme i quattro candidati della sinistra e questa è stata l'occasione giusta. Sarà forse un segnale che il mondo di quelli dell "andare in bici è meglio" sta diventando una "potenza"? In bocca al lupo comunque e vinca, speriamo, quello più sensibile alla tematica "ci sono anche i cittadini" e forse in qualche decennio riusciremo a vede una Milano a misura d'uomo (di bambino, di anziano, di disabile) e di conseguenza di bicicletta. Ciao a tutti. Bruno
Non c'ero, purtroppo, ho letto il resoconto (lo streaming in ufficio e' impensabile).
Sono deluso, deluso da tutti e quattro.
Condivido la "liglior risposta" di davide, era quella che mi sarei aspettato e avrei voluto invece di discorsi demagogici o di aneddoti.
Perche' non sfruttare (come a Parigi) le corsie prefernziali per le bici? E nelle strade a tra corsie levarne una alle auto per darla alle bici?
E perche' non fare parcheggi custoditi per bici in corrispondenza delle stazioni (di tutte!) del metro?
Alla stazione di Bisceglie le attuali pensiline sono solo un deposito di bici in attesa che vengano a rubarle, seminascosto com'è.
Volevo condividere con voi alcune osservazioni sulla giornata.
Dico subito che sono stato piacevolmente stupito dalla folta partecipazione, addirittura con persone in piedi, ad ascoltare con attenzione per due ore le presentazioni dei vari gruppi e le voci dei candidati, con il breve botta e risposta finale.
E' un fatto inaudito, come ha fatto notare anche Gigi Riccardi nel suo intervento di chiusura, che segna una rinnovata volontà di partecipazione.
Credo che sia un segnale molto importante, che va finalmente nella giusta direzione ma che deve essere coltivato, perché non subisca dirottamenti e distrazioni (si sa che delle buone intenzioni è lastricato l'inferno).
Su questo penso che sarà utile anche un impegno collettivo dei cittadini e della variegata realtà dei gruppi e delle associazioni milanesi che domenica, anche qui direi per la prima volta, si sono presentati insieme, seppur, come è ovvio, con l'espressione di diversi contenuti, ricchezza di stimoli e notevole poliedricità.
Il merito organizzativo va riconosciuto in particolare a Davide Maggi di +BC e a chi con lui ha direttamente collaborato.
Mi pare che questo possa essere un buon punto di partenza.
E credo che, anche in considerazione della fretta con cui tutto è stato realizzato, il risultato sia davvero apprezzabile.
La provocazione finale ("non siete preparati") ho visto che ha fatto notevole presa sui giornali.
A me è piaciuta la risposta che è venuta dai candidati: "siamo qui per ascoltare, per imparare; a voi chiederemo di aiutarci nella definizione del programma sulla parte di ciclabilità". Mi è sembrato il segnale di disponibilità, l'impegno concreto che molti di noi cercavano e che è in passato sempre mancato.
Il giusto riconoscimento che le competenze su questa materia non si improvvisano. Specie se non si e' mai inforcata una bicicletta.
Marco Vitale ci aveva inviato un messaggio che ho trovato molto condivisibile ma che purtroppo non ho avuto modo di leggere alla sala. Ve lo propongo qui a seguire.
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Plaudo all'iniziativa Ciclopolis programmata per domenica 15 gennaio 2006.
Farò il possibile per esserci ma poiché non sono sicuro di farcela non volevo far mancare la mia adesione. Prima di addentrarsi negli interventi specifici è importante affermare con forza tre principi che stanno alla base di una politica per la bicicletta:
1. per motivi che ignoro ma di cui sono certo per esperienza diretta, nell'ambiente del comune la bicicletta ed i ciclisti sono letteralmente odiati. Bisogna sconfiggere sul piano delle idee questa impostazione e chiedere ai candidati di alzare la bandiera pro-bici. Allora le soluzioni tecniche seguiranno.
2. E' tecnicamente errata la posizione, varie volte formulata dai responsabili del Comune, che l'aiuto che la bicicletta può dare al traffico è irrilevante. Nessuno pensa che la bicicletta possa evitare di fare le nuove linee metropolitane, ma esistono ormai tanti esempi di città europee anche grandi, come Berlino, che dimostrano che il traffico ciclistico può coprire una quota non irrilevante (a Berlino si parla del 10%) della mobilità urbana.
3. A prescindere dal contributo al traffico e all'ambiente l'uso della bicicletta è un diritto. Si va in bicicletta perché piace, perché è salubre, perché è divertente. Una città che quasi impedisce l'uso della bicicletta, elevandone il rischio e rendendo tale uso il più disagevole possibile, è una città ostile e disumana. Quindi la battaglia per la bicicletta non è altro che un capitolo della battaglia per una città più civile e più umana.
Buon lavoro
Marco Vitale
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Ciao
Eugenio Galli (Fiab Ciclobby onlus)