Quotidiani di partito: un appello
In Italia esiste la tradizione dei quotidiani di partito. Questi giornali hanno avuto, e hanno, una funzione molto importante. Rappresentano la pluralità delle informazioni e delle opinioni in un mercato editoriale assai ristretto e controllato da pochi gruppi. I giornali di partito sono uno strumento fondamentale di dibattito, di informazione e di lotta politica. Un pezzo importante del nostro sistema democratico.
Oggi i giornali di partito sono in forti difficoltà economiche. Soprattutto perché sono tagliati fuori quasi completamente dagli investimenti pubblicitari. Vi forniamo questo dato: i grandi giornali di informazione ricevono 1 euro dalla pubblicità per ogni euro ottenuto dalle vendite. Giornali come «Liberazione» o «Il Secolo d'Italia» ottengono per ogni euro di incassi da vendite circa 3 centesimi di pubblicità. Si vede bene che c'è una disparità insopportabile e per sanare questa disparità occorre il finanziamento pubblico dei giornali di partito. Se si rinuncia al finanziamento pubblico si rinuncia a una parte fondamentale della libertà di informazione.
I giornali di partito, oggi, in Italia, sono cinque (quelli che fanno riferimento a partiti presenti in parlamento e nelle schede elettorali, e che distribuiscono il giornale in tutte le edicole del paese). Questi giornali sono «l'Unità», «Il Secolo d'Italia», «Liberazione», «La Padania» e «Europa».
Noi crediamo che questi giornali debbano poter accedere ad un sistema di finanziamento pubblico sicuro, puntuale e riservato solo a loro. E che l'entità di questo finanziamento (fermo da 15 anni mentre il costo e il prezzo dei giornali è triplicato) vada aggiornato e adeguato.
Chiediamo al governo e ai gruppi parlamentari di destra e di sinistra di impegnarsi in questo campo e di farlo in tempi molto brevi.
Stefano Menichini direttore di «Europa»
Piero Sansonetti direttore di «Liberazione»
Gianluigi Paragone direttore de «La Padania»
Flavia Perina direttrice de «Il Secolo d’Italia»
Antonio Padellaro direttore de «l’Unità»
La argomentazione dei cinque direttori e' penosa. Che sia necessario un finanziamento pubblico alla politica e' fuor di dubbio, che lo si possa aumentare anche, ma che si debba avere una linea di finanziamento autonoma per i giornali e' incomprensibile. Si finanzino i partiti in parlamento e poi ogni partito decida come spendere i soldi, ma drogare il mercato dell'informazione, serve solo a fare in modo di tenere ben fuori dalla possibilita' di espressione le voci non omologate a fazioni predefinite.
tanto paga pantalone...
Nel 2003 con i nostri soldi abbiamo dato a La padania 4,028, Liberazione 3,718, Il Secolo 3,098, Europa 3,138, L'Unità 6,817.....milioni di euro!
comunque qui c'è tutto
http://www.report.rai.it/R2_popup_articolofoglia/0,7246,243%255E90227,00.html
Quando un quotidiano di partito non vende, non ha il diritto di esistere. Basta un'agenzia ed un sito su internet. Ricordo i finanziamenti sovietici per l'Unità e per Paese Sera, quelli U.S.A. per il Popolo e l'Umanità. Ma erano altri tempi: con la radio sottoposta a censura la carta stampata era l'unico mezzo di libera informazione.
ribadiamo il concetto,liberisti si ma con il culo degli altri.
Alcuni di questi giornali (l'unità in primis) come davano addosso ai taxisti
Senza dignità ...
SONO STUFA DI PRENDERLO SEMPRE IN CUL.O DA TUTTI. NON MI PIACE NEANCHE
grande natascia, sintesi e precisione di un quadro desolante.
se basta una letterina così per ottenere un paio di milioni , sotto ragazzi !
alla faccia del disprezzato stato assistenziale ...
Visto che si fa riferimento alla trasmissione di Report sull'argomento, sarEbbe opportuno vederla tutta, così quelli che si scandalizzano per i giornali di partito, vedrebbero che tutti i quotidiani, dal Corriere al Sole 24 ore, si prendono i contributi statali e per fior di milioni di euro. Anche quelli che difendevano i tassisti non hanno disdegnato i nostri soldini, vedere Libero e dintorni......
senza aver visto la trasmissione 'report' il mio commento vale per tutti quelli che usufriscono di agevolazioni e/o simpatiche donazioni senza che ne abbiano diritto.
mi piacerebbe pagare le tasse x i diritti essenziali come gli ospedali nel sud e non la poltrona in pelle di qualsiasi dvice direttore di giornale...
Certo i nostri soldi dovrebbero essere impiegati per avere una sanità migliore, efficiente ed efficace, per la scuola di qualità ecc. ecc., però se servisse anche per avere una libera informazione, non ci sarebbe nulla di male.
Si dovrebbe avere un maggior controllo dei contributi elargiti dallo stato, dai giornali al cinema ecc., però non cadiamo nel qualunquismo.
La democrazia costa. E questo è un prezzo. Lo spreco invece deve assolutamente essere evitato.
ho seguito la puntata di Report disgustato, se un quotidiano o un periodico non vende che chiuda, è una regola di mercato che vale anche per le aziende; per l'informazione seria esistono i siti internet ed i blog senza stipendi e prebende eccessive, Onemoreblog ne è un esempio.
Non parliamo poi dei settimanali, numeri unici, convegni, riviste sovvenzionate da Fondazioni e varie.
L'Unità ed il suo direttore dovrebbero vergognarsi per questa azione e poi in quale compagnia siamo nuovamente all'inciucio
Lettera a l'Unità
Caro Padellaro,
la tua firma in calce lettera per il finanziamento ai quotidiani di partito non mi convince per tre ragioni.
Primo perché l'Unità da tempo (ovvero fin dall'agguato a Furio Colombo) dichiara di non essere un quotidiano di partito tout court, ma un quotidiano vero (e per me lo è, tanto che quando c'è stato bisogno, ho contribuito a sostenerlo). Secondo, perché se fosse un quotidiano di partito, dovrebbe esser il partito a finanziarlo con le sue non insignificanti risorse.
Terzo perché un quotidiano deve essere autonomo. Se dipende da qualcuno che sia altro rispetto a lettori (interessati alla qualità) e inserzionisti (interessati ai numeri) non potrà esser davvero libero, perché ci sarà sempre un Andrea Romano o un Beppe Caldarola pronti a esigere contenuti graditi.
Per favore, non ci cascate. Noi lettori vi saremo ancora più vicini.
Grazie,
--
alberto biraghi
OneMoreBlog.it
Questa storia che i giornali ricevono "contributi" (in realtà sono pacchi e pacchi di soldi sottratti a noi cittadini) è una indegna e perversa porcata da stoppare subito, altro che sottoscrizioni! Fiumi di denaro spesi per tenere in piedi giornali inutili, costruiti per disinformare, per foraggiare i lacchè dei "potenti". Pensate che per autorizzare il finanziamento a sti parassiti baciapile tutti asserviti ad un padrone, basta l'autorizzazione di due parlamentari, molti dei quali chiedono, agli stessi giornali, donazioni per il partito! Come avveniva tra la Lega e il "Giornale d'Italia". Roba da matti!
Gli "organi" di partito, visto che sono realizzati per fare propaganda, informazione di parte, disinformazione e imboscare file di tesserati, siano finanziati dai partiti, gli altri dai lettori e dalla pubblicità, altrimenti chiudano, come tutte le aziende inutili che non scelte dai consumatori falliscono.
E' chiaro che per consentire ai giornali di sostenersi sufficientemente con la pubblicità occorre spezzare il vergognoso duopolio rai-mediaset reso pigliatutto dalla scandalosa legge Gasparri che l'Unione tarda a correggere.
Tanto per cambiare l'Unione tarda, latita. Che palle!