Berlusconi e il suo popolo
di Furio Colombo
Sabato mattina, nel corso del programma Omnibus, un collega che partecipava con me al dibattito sulla nuova legge Gentiloni mi ha detto, con comprensibile esasperazione: forse dovremo cominciare a ragionare al netto di Berlusconi, vedere i problemi del Paese (delle televisioni) così come sono, senza cominciare e finire sempre con lui. Gli ho detto, come dico adesso su questa pagina, che sarei felice di farlo, sarebbe l’inizio di una vera vacanza.
Purtroppo non si può. Berlusconi è di nuovo in piazza. Ne ha diritto, naturalmente.
Il fatto è che Berlusconi non solo è in grado di potersi pagare (attraverso legami e joint venture con costellazioni di imprenditori che hanno convenienza d’affari a comparire accanto a lui) spostamenti di folle. Lo è nel senso di essere in grado di comandare alle notizie di comparire nel modo, nella sequenza e con titoli e spazi ed enfasi che lui desidera. Perché da dieci anni ormai ogni carriera italiana nel campo delle comunicazioni dipende dalla simpatia o antipatia di Berlusconi in persona.
Per esempio, durante il passato regime, ogni volta che un titolo dell’Unità accennava a una delle tante malefatte del governo che ha stroncato l’economia del Paese e indicava non solo il gesto legislativo ma anche l’autore, Berlusconi, circondato da tutti i sub-appaltatori politici di Casa delle Libertà (detti altrimenti “i partiti della coalizione”) gridava che la nostra denuncia era un attentato alla sua vita, che stavamo dando nomi e indirizzi ai nostri amici terroristi.
Ma ora che Vicenza è stata teatro di una manifestazione schiettamente cilena, in cui si sono sentite frasi come «Se Prodi oggi lo incontrano gli italiani, non lo fanno tornare a Palazzo Chigi» non troverete neppure una riga sul rischio della vita che, con una simile barriera di violenza verbale, di scatenamento della folla, di accuse che hanno coinvolto il presidente della Repubblica, del Senato e della Camera, e la ripetuta accusa di «governo ladro!», viene creata intorno a chi sta dalla parte del governo, e, più ancora, ha la responsabilità di rappresentare le istituzioni.
S’intende che non è vero. Le manifestazioni politiche non creano pericoli fisici agli avversari.S’intende che si tratta di una trovata per mettere museruole alla democrazia (come vedete anticipo la appassionata difesa che di quelle parole e di quella manifestazione farà Sandro Bondi se ancora gli rimangono forze dal suo sciopero della fame contro la Finanziaria). Ma ho ripetuto la grottesca accusa per far capire di che cosa è fatta la “politica” di Berlusconi: bugie, accuse immense, incitamento ai peggiori sentimenti del suo popolo, una sfacciataggine senza limiti. Ha fatto approvare tutte le sue finanziarie con il voto di fiducia ma se lo facesse Prodi metterebbe a rischio la libertà degli italiani. Lo fa perché ha la forza economica e il controllo mediatico che gli consentono di non risponderne.
Nel Tg1 di venerdì scorso, un giornalista è riuscito ad agganciare il combattivo leader della opposizione basata sul controllo dei media, e ha ottenuto, per Prodi, la definizione di “emergenza democratica” se chiederà il voto di fiducia per la Finanziaria.
Certo è che neppure adesso, neppure nel nuovo e ben diverso Tg1, il nostro collega ha trovato l’occasione per la seconda domanda: «Scusi Presidente, ma lei ha sempre usato il voto di fiducia, pur avendo grandi maggioranze sia alla Camera che al Senato. Come lo spiega?»
Pensateci bene: chi vorrebbe impigliarsi nella memoria notoriamente vendicativa di Berlusconi con una simile frase di normale giornalismo? S’intende che più avanti nel corso del Tg abbiamo rivisto la storia della sequenza dei voti di fiducia costantemente imposti da Berlusconi quasi solo per impedire ai suoi, più ancora che alla opposizione, di discutere o di cambiare anche una piccola parte delle sue leggi indecenti.
Ma vorrei segnalare altri due eventi della memorabile giornata di Vicenza. Il primo: è stato fischiato sei volte l’Inno di Mameli. È stato fischiato fino a quando “i possenti altoparlanti della piazza” (nella Casa delle Libertà non si bada a spese) hanno trasmesso Va pensiero, la bella musica verdiana dedicata alla sofferenza del popolo ebraico che, purtroppo, è stata scelta come identificazione (unica che non sia volgare e imbarazzante) dei leghisti.
Ma attenzione. Dovete essere un lettore accanito di agenzie di stampa per ricostruire attraverso dispacci separati e titoli riduttivi la portata dell’evento. La pagina che ho stampato dalla Rete comincia con «Qualche fischio all’Inno di Mameli» (Agi); «Per sei volte durante la manifestazione di Vicenza è stato suonato l’Inno di Mameli e per sei volte il popolo della Lega presente ha fischiato» (Adn Kronos) . Poi l’Ansa: «Nella piazza di Vicenza una parte di sostenitori ha fischiato sei volte l’Inno nazionale diffuso dagli organizzatori in attesa dei leader della Casa delle Libertà». Ma segue subito, in tutte le agenzie, un unico commento, quello del leghista Luca Zai, che spiega: «È la delusione del popolo dei leghisti per il fatto che non sia stato trasmesso prima Va pensiero». Vi immaginate lo scandalo, la denuncia di legami con il peggior terrorismo del mondo, l’insulto ai nostri soldati impegnati nelle missioni di pace, se il più piccolo e periferico gruppetto di qualche sinistra ignota avesse dato luogo, anche solo con cinquanta persone, e magari al chiuso, a un evento di questo genere, fischiare Mameli?
Vi immaginate la raffica di telefonate e richieste di interviste che tutti gli opinion leader della sinistra italiana, da Giampaolo Pansa in giù, avrebbero ricevuto per commentare il gesto ignobile, del resto tipica rivelazione dell’odio per la Patria da parte della sinistra, che fin dalla Liberazione, voleva costruire un’Italia sovietica?
Ecco, questo è il controllo delle comunicazioni.
Data un’occhiata in giro, ai giornali di oggi, e vedrete che, sulla questione dell’Inno di Mameli non si va al di là della folklorica esuberanza leghista, e della vivacità di popolo.
A proposito di popolo, sostate un istante a immaginare che Prodi esca allo scoperto per cercare sostegno popolare e trovi in piazza solo diecimila persone. Ci sarebbero beffa, irrisione, vignette e penosi corsivi sul fatto che «saranno stati quattro milioni e trecentomila coloro che hanno votato alle primarie, ma adesso quel popolo non c’è più».
A seguire una serie di aneddoti su come la gente fa in fretta a cambiare opinione.
Del resto avrete notato che da quattro giorni si discute del “crollo di Prodi”. Eppure Prodi, al momento, al confronto con Bush, con Blair, con Chirac, è ancora il leader di governo più popolare in Occidente. Quando accadeva a Berlusconi, la disputa durava sì e no un giorno, perché lui faceva circolare immediatamente i suoi sondaggi che dicevano sempre (nel 2004, nel 2005 e anche adesso, alla fine del 2006) «Siamo avanti di sei punti». Lo diceva e lo faceva pubblicare.
Faccio un’altra scommessa sull’universo giornalistico che Berlusconi è in grado di controllare. Ci sarà almeno un titolo con la memorabile frase di Bossi: «Silvio, ce lo abbiamo duro ed è anche per questo che oggi è pieno di donne»? E poiché la frase è detta accanto a quest’altra: «Dobbiamo prepararci a marciare su Roma», la sana ispirazione fascista dovrebbe essere chiara e orientare il titolista. Ma non accadrà. Mi aspetto piuttosto: «La destra agguerrita torna in piazza», come se questa fosse la destra liberista, la destra di mercato, la destra delle imprese che con originalità e destrezza inventano prodotti e invadono i mercati. Al suo meglio, questa è la destra di Le Pen e di un fascismo rancido, un avanzo della storia.
Ma se controllate i media e tutte le carriere di tutti (o almeno molti) che lavorano nei giornali e nelle televisioni, ve lo potete permettere.
Del resto nessuno di noi, che dovremmo essere abituati alle domande intriganti e alle inchieste, si è chiesto: ma che razza di credenti saranno questi che prima e dopo essersi inginocchiati davanti al Papa (un Papa serio e risoluto, che non perde tempo negli aspetti della politica ornamentale e va dritto ai punti teologici che gli stanno a cuore e su cui chiede attenzione e obbedienza) fischiano con tutte le forze il cattolico Romano Prodi, presidente del Consiglio, e si spellano le mani per applaudire Silvio Berlusconi, forse per il fatto di avere fatto così tanto per le sue svariate famiglie? Saranno gli stessi credenti che si entusiasmano per le virili affermazioni di Bossi?
Ma Vicenza non è finita, c’è anche materiale per la Digos. Per esempio l’affermazione leghista «La piazza è determinante e la gente è istintiva e non vuole più il governo Prodi. Vuole che vada subito fuori dalle scatole». Come vedete non è esattamente una richiesta di nuove elezioni.
Ah, e non dimentichiamo che in piazza, accanto ai “duri” di Berlusconi e di Bossi, accanto alla grazia con cui Berlusconi si è espresso sulle istituzioni e sul Paese, c’era anche l’uomo fidato dell’Udc Giovanardi. Non dimentichiamo che, se ci fosse un sistema di media normale, il quadro apparirebbe comico: Giovanardi fa parte dei fischi all’Inno di Mameli. Il suo capo Casini li condanna a difendere Napolitano. Ma attenzione alla grandezza dei leader. Casini dice che «nella destra vi sono alcuni cretini» cioè poca roba.
E per difendere il presidente della Repubblica Napolitano, accusato da Berlusconi di essere “uno di loro” (come dire, dal Soviet al terrorismo) afferma che «Napolitano è un uomo che rappresenterà tutti noi». L’escamotage è parlare al futuro. Come dire: per adesso non so, ma mi immagino che nei giorni a venire starà attento al segnale ricevuto.
Brutta giornata dunque, quella di Vicenza. Ci dice che una destra alla Pinochet, che non ha niente della destra moderna e tutto del populismo volgare e para fascista, sta seminando di chiodi le strade e cerca sul serio di creare un invivibile disordine. Un simile progetto - del tutto separato dalla democrazia - ha due barriere: un serio e coraggioso mondo dei media disposto alla descrizione accurata di ciò che accade (se non al commento e alla interpretazione). E una maggioranza che si rende conto del pericolo e smetta il continuo logorio delle battaglie interne.
Quella per l’Italia è la sola che valga la pena di affrontare.
bell'articolo!
ho visto "en passant" dei brani del comizio al tg4 di oggi: sembrava proprio, nei toni, nella retorica e nei modi, un comizio del duce o di d'annunzio.
un pochino meno aulico
Giustissime le riflessioni di Furio Colombo sull’influenza grandissima e subdola sull’opinione pubblica operata da chi detiene il potere dell’informazione. A volte , se si riesce a conservare un minimo di autonomia di critica e di giudizio, si ha l’impressione di vivere nel teatrino delle marionette, dove i ruoli sono stereotipati e la voce ed i movimenti , anche se si riferiscono a personaggi diversi, provengono sempre da chi muove i fili, dietro le quinte. Ma, a differenza del suddetto teatrino- che mi divertiva molto quando ero bambina- in questo si scade spesso nella volgarità , nel disprezzo dell’altro, nell’apologia del fatuo. Altro che lottare per l’Italia! Pare che l’unico Ideale sia quello di accumulare molto danaro, poco importa a che prezzo.
furio colombo è solo ipocrita e falso la manifestazione è giusta e nessuno può giudicare la gente che ha partecipato,il leghista dell'articolo non è zai bensì ZAIA,l'inno è la rappresentazione di uno stato italico unito con l'imbroglio e fischiarlo è giusto perchè la gente è stanca di pagare x ricevere bastonate,x quel che mi riguarda spero che berl-fini calino di consensi
l'inno è la rappresentazione di uno stato italico unito con l'imbroglio e fischiarlo è giusto perchè la gente è stanca di pagare x ricevere bastonate
alberto, questo cretino qui sopra cortesemente me lo metti nel cassonetto?
io sono felice di contribuire al miglioramento del posto in cui sono.
lo faccio personalmente con le mie attività, che nessuno mi impone, e con la contribuzione alla cassa comune, che è ovvia ovunque e in ogni caso tranne che qui, in questo paese di manigoldi.
chiunque sia stato da giovane in campeggio o in situazioni comunitarie sa che si fa la cassa comune. solo quando da "cassa comune" si passa a "tasse" non gli entra in quella noce di testa.
pago le tasse e me ne sbatto. la vita resta comunque mia. chi pensa che dare soldi sia perdere pezzi importanti della vita è un pezzente, anzitutto mentale.
un poveraccio, qualunque sia il suo reddito.
ps
della canzoncina composta da un simpatico diciannovenne come goffredo me ne strafotto, sia chiaro.
della cosa comune no: mai. non me ne strafotto proprio.
luncia cosa che non capisco è l'accenno ai chiodi sulle strade. roba sacrosanta, secondo me.
io li schivo e se buco mi riparo la gomma da me.
ma non buco (schwalbe marathon plus, non s'aprono manco col machete)
un sentito vaffanculo a tutti i parassiti, che si spacciano per produttori di bene.
rotafixa: obbedisco.
Ok a rotafixa. Ben detto!!
Credo proprio che una manifestazione NAZIONALE che riesce a richiamare APPENA 10.000 persone, in gran parte leghisti visti i fischi all'Inno di Mameli (il che dimostra che la Lega almeno è l'unica forza che ha un "popolo" dietro) non meriterebbe neppure di essere citata, stranamente tutti i TG hanno aperto con questa notizia e con le lamentele di Montezemolo, a me un sospetto viene: che questa finanziaria stia davvero toccando gli interessi dei pochi privilegiati (basti pensare ai poveri miliardari che dovranno pagare la tassa di successione, poverini!).
Per cui delle superscazzule sullo sciopero della fame di Bondi o sulla manifestazione di Vicenza proprio non dovrebbe fregarcene una cippa di fava, quando si parla di IRPEF o di TFR forse si avrebbe il diritto di essere maggiormente informati.
L'articolo di Colombo è condivisibile a metà, nel senso che coglie nel giusto quando denuncia l'iperbolica montatura dell'evento, ma casca a mio parere nello stesso tranello quando a sua volta lo drammatizza. La destra italiana è questa e la conosciamo, non ci sono state sorprese o novità a Vicenza.
Una manifestazione di piazza non la rende né migliore né peggiore di quello che già è. Scendere in piazza fa parte della dialettica democratica e anche se per loro potrebbe risultare materia sconosciuta non è detto che l'esperienza non possa fargli del bene.
Il punto è ridimensionare il tutto a ciò che è veramente stato: il ritrovo di Vicenza è l'equivalente di una manifestazione nazionale dell'Ulivo a Reggio Emilia in cui si presentino quattro gatti in croce. Insomma.
c'è da dire che vicenza non è la città ideale per 4 gatti che vogliano scendere in piazza, rischiano di finire in pentola :D
:)
:D
E si è gridato anche "Veneto libero"...
Durante una manifestazione tenuta a Vicenza (Veneto, ostrega...), organizzata dal presidente della regione Veneto (riostrega...), nella quale più che protestare si è offeso, senza risparmiare l'inno italiano, ma anche senza fare un'ombra di proposta.
"Veneto libero"... sì, ma da queste marionette.
Della serie, le manifestazioni ok basta che siano di sinistra eh?!..
No, direi piu': "le manifestazioni ok basta che siano manifestazioni"...
... Se poi magari mantengono una coerenza di base con quelli che sono i valori dichiarati dai promotori, e' un valore aggiunto in termini di credibilita'.
si ma non si puo fare di tutte le erbe un fascio..insieme a 4 stronzi nelle manifestazioni di ogni tipo c'e' gente che ci va xke' ci crede e x manifestare seriamente, di destra o sinistra o centro ke siano..altrimenti usando questi parametri allora si puo dire che la manifestazione antig8 del luglio 2001 era soltanto un accozzaglia di teppisti che ha distrutto Genova, il che è un immane idiozia..
Guarda, sul fatto che non si puo' generalizzare, possiamo essere d'accordo, ma, mi pare di ricordare, la destra, quand'era al governo, amava puntualizzare quanti (molti) aspetti delle manifestazioni di sinistra fossero, in un modo o nell'altro, oltraggiosi per il comune senso dello stato...
... In qualche occasione, la destra si e' persino sbilanciata a dire che "a loro queste cose non sarebbero mai capitate" (e vorrei anche vedere, a quell' epoca a scendere in piazza manco ci pensavano)...
... Adesso che la destra si e' trovata sul banco di prova, passando dal "dire" al "fare", si e' scoperto che non solo la loro coerenza non e' poi così salda come voleva sembrare, ma che nemmeno loro hanno poi ricette magiche per tenere a bada i LORO "quattro stronzi".
In linea di massima, piu' che generalizzare, vorrei invece osservare in dettaglio l'anomalia di questa situazione.
va be ma chi si stupisce?! cioe' è normale che quando sei al Governo tendi a sminuire e a stizzirti x chi va in Piazza contro di te, lo fa la destra come lo fa la sinistra, un po come quando una parte politica perde la lottizzazione RAI e inizia e denunciare il fatto che l'altra ora la sta lottizzando...eheh..inoltre è normale che la destra non ci sappia andare in piazza, è la sinistra che va in piazza da che mondo è mondo, è la sinistra che sa fare meglio l'opposizione, l'hanno sempre fatta x 50 anni nel nostro Paese;ma ce lo vedi l'UDC in piazza a manifestare?giusto un po la lega, che guarda caso ha radici di sinistra..e poi alla fine a me piacerebbe molto che ogni tanto in questo Paese si facessero anche delle belle manifestazioni trasversali e non sempre di parte, cioe' quando il Governo partorisce una cagata come questa finanziaria, chiunque abbia i conati come me dovrebbe andare in piazza,anche se come me li ha votati..solo che alla fine io son pigro e trovo piu comodo scrivere cagate qua dentro che andare in piazza, e mi sa che non sono mica l'unico..
"giusto un po la lega, che guarda caso ha radici di sinistra"
Veramente, a fronte del solo Maroni tra gli esponenti di spicco, ex-democrazia proletaria, ce ne sono non pochi che vengono dalla destra...
... A meno di non volere ritenere Bossi di sinistra solo perche' ebbe contatti con l'Union Valdôtaine negli anni '70...
Quanto alle abitudini di governo, a me pare che comunque, sia pure con una buona dose di ironia, la maggioranza di centrosinistra stia mostrando quantomento molta piu' calma, rispetto a certe reazioni mostrate nella legislatura precedente.
Quanto alla finanziaria, fino ad ora, non sono nemmeno del tutto convinto che la manifestazione in esame c'entri davvero... Ma questa e' un'opinione mia.
Posso dire che non piace del tutto nemmeno a me, sia pure per altri motivi, ma quello che vedo e' che il governo sta cercando di trovare una accordo con il maggior numero possibile di soggetti.
Atteggiamento, questo, che per il governo di centrodestra era impensabile.
Bossi non ha mai smentito (ma ce ne sono tanti, a destra) simpatie per le frange più estreme della sinistra. La Lega d'altronde -come si pensa nel resto d'Italia- non fà presa certo sull'imprenditore di una grande città del Nord, quanto sul proletariato settentrionale meno informato e interessato al "politichese".
Chi come me vive sopra il Po lo ha già notato da tempo. Poi ovvio, visti i quattro voti in croce che prendono ora fanno populismo razzista contro gli immigrati di colore che fan tanta paura alle vecchine di provincia e cambia bandiera di qua, cambiala di là, eccoli sempre in piedi anche se a stento. Ma con questo non mi si può dire che siano di destra o di centro (di sinistra non se ne discute nemmeno): sono un movimento da osteria che per una serie di sfrotunate circostanze grazie a fortuna e voltaggabanismi elettorali, si sono alleati attualmente con la CDL adattando all'elettorato del momento le idee di un movimento che si spaccia per partito.
Nel '94 volevano il governo Prodi e attaccavano Berlusconi più di quanto non lo faccia Rifondazione ora, se si ha un pò di memoria......
Sul fatto che la lega sia un movimento transumante sull'arco costituzionale, sarei propenso a darti ragione...
... Ma proprio per rispetto della memoria, c'e' da dire che un' animaccia nera populista e vagamente razzista il movimento ce l'ha sempre avuta.
Oggi sono gli extracomunitari, ieri erano i primi (e ancora non molti) extracomunitari, ma soprattutto i cari, vecchi "terroni", cioe' chi, come me, abita davvero MOLTO sotto il Po.
Visto che per anni vi siete scandalizzati e avete scritto su tutti i blog d'Italia che era una vergogna vedere esponenti di un partito di maggioranza partecipare a manifestazioni razziste come quelle della lega, adesso per coerenza scrivete su tutti i blog d'Italia quanto siede sdegnati per la partecipazione di Diliberto alla manifestazione pro Palestina di Sabato. Grazie.
Oddio, paragonarmi quattro mentecatti che giocano al revival sulla contestazione per il Vietnam con gente che spesso e volentieri esprime il proprio estremismo per vie istituzionali (leggi "di distanze ne ha sempre prese pochine"), da' la misura della tua, di coerenza.
Di sdegno a sinistra se n'e' visto abbastanza, a dispetto della curiosa pantomima esistenziale sopra riportata...
... Sei proprio sicuro di non essere leghista?