Vuoi commentare ? è scritto in fondo al post in automatico...ci sarebbe molto da dire ma se le cose stanno in questo modo, nel modo come vengono descritte nell'intervento sopra, allora le cose si commentano da sole...anche se poi alla fine ci si prende l'accusa comoda e gratuita di qualunquisti ma se l'accusa viene fatta da opportunisti di quel genere, coloro che sono coinvolti in questi " affari pubblici " trattando il patrimonio pubblico come fosse cosa loro...allora l'accusa di qualunuista non mi fa più alcun effetto.
Bravissimo Alberto, bella inchiesta.
Ti consiglio di fare anche un giro sul sito di una finanziaria chiamata www.mittel.it
Tale societa' e' il veicolo per il futuro finanziamento delle autostrade che la provincia cedera' a bancaintesa e soci fra qualche mese.
Vimercati e' finanziato da questa mittel che ha 66 milioni di capitale sociale.
Le operazioni finanziarie e di privatizzazione che questa mittel mettera' in atto nei prossimi mesi faranno sembrare l'affare metroweb come una goccia nell'oceano.
Milan l'e' un gran Milan (provincia inclusa).
Un'inchiesta che sui giornali non leggeremo mai. Viva internet, riserva di libertà e informazione indipendente. Continua così.
Se questa notizia è vera, sono il primo a vergognarmi di aver votato Penati. Che schifosa cosa non affatto di sinistra ... bella roba!! Bella roba
Quest'inchiesta dimostrerebbe, fra l'altro, che Gabriele Albertini aveva ragione ad impugnare le carte contro Penati riguardo all'affare Serravalle.
aveva ragione si..
ma è normale che il presidente di serravalle sia della banca che ha finanziato l'affare???
Confrontiamo per un attimo la schifezza di Metroweb con quella di Serravalle. A Metroweb, AEM si accorda in gran segreto con un gruppo di finanziatori misteriosi per vendere una proprieta’ pubblica ad un prezzo che, fino ad ora nessuno ha battuto. A Serravalle, il presidente della provincia fa il ruolo del grande imprenditore, spendendo un sacco di soldi pubblici per regalare di fatto le autostrade a banca intesa. Il risultato delle due operazioni e’ piuttosto simile: il bene del pubblico verra’ trasferito al privato. Ma qual’e’ il modo piu’ efficiente per arricchire il pubblico nella fase del trasferimento? Cedere in tutta fretta come ha fatto AEM con Metroweb? Creare una societa’ improduttiva e clientelare piena di zii, cugini e nipoti come ha fatto Penati? Sono a favore delle privatizzazioni perche’ sono convinto che i nostri politici sono degli assoluti incapaci.
Sono passati appena due anni dall'elezione di Penati, un evento inatteso che fu festeggiato come il primo segnale di una possibile rinascita per la città. Ricordo che andai a festeggiare a palazzo isimbardi, quella sera, e si percepiva la voglia di riscatto e la grande fiducia che la persona suscitava. Ora, siccome ingenuamente non riesco a capacitarmi, continuo a domandarmi: ma era già tutto scritto prima, ce l'hanno messo apposta per fare questo? Oppure è questa gomorra di città che non può altro che corrompere e putrefare ogni speranza di cambiamento? Per dirla tutta, ripenso anche a brunetto e a tutta l'energia emotiva che abbiamo investito su di lui nella speranza che ce la facesse: forse anche lui sarebbe stato ben presto travolto da questa che sembra l'unica politica possibile in questa città ?
a proposito sarei curioso di sapere il parere dei diessini che frequentano il blog...Adamo Fiano Civati Majorino...
Poichè è sempre più difficile trovare argomenti a difesa dell'operazione Serravalle-Asam, Penati dovrebbe fornirne di nuovi a chi finora ha avuto fiducia. Dobbiamo pensare che sia stato un fallimento, anche senza ipotizzare malafede, che sia trattato di incapacità manageriale o c'è qualcosa che non è ancora stato detto che permette di dare alla operazione un senso diverso da quello che emerge da questi dati?
Questa operazione, per la Provincia e i milanesi, E'UNA CAGATA PAZZESCA che assomgilia molto alle operazioni fatte a soli fini clientelari dai ns. amici socialisti e democristiani. Pensate un attimo: con la necessità che ASAM avrà di pagare il debito a Banca Intesa, "succhierà" tutte le risorse finanziarie alla MILANO SERRAVALLE (a titolo di distribuzione di dividendi), con la conseguenza che questa avrà a disposizione meno soldi di quanti gliene servirebbero per poter costruire nuove autostrade e tangenziali più larghe, e così il traffico ci strangolerà sempre più: grazie Penati ! Un piano industriale così non si era mai visto... Banca Intesa ringrazia...
Michele, a palazzo Isimbardi c'ero anche io, che ero tornato in anticipo dalle ferie per fare il mio dovere e votare Penati, anche se con poco entusiasmo. Un rapporto di lavoro indiretto (il mio studio ha lavorato per l'assessorato ai trasporti) non ha contribuito a convincermi che ne sia valsa la pena. Oggi, dopo aver toccato con mano i compensi ai fidanzati delle assessore, le consulenze da 350 euro/ora alle segretarie-senatrici, le tre tavolette autostradali, credo che me ne resterei al mare. Sinceramente e serenamente, a questo punto tra i cocchiari ombrettacolliani e i maggivimercati penatiani non vedo alcuna differenza.
Un'altra cosa. Non ci facciamo un culo quadro a raccogliere dati e trasformarli in articoli perché qualche coglione usi queste pagine per insultare i colleghi dei giornali, i politici, chicchessia. A noi Vimercati non piace per quello che fa, altrettanto non ci piace Penati, ma non permetteremo che qualcuno usi queste pagine per insultarli con commenti offensivi sul loro aspetto. Sappiano i diffamatori (sempre rigorosamente anonimi) che non solo i loro commenti sono rimossi, ma che come norma tracciamo i loro IP e li segnaliamo ai provider e all'autorità.
cosa volete che dicano i politici? non c'è niente da dire, questa operazione è evidentemente sbagliata e dannosa per i cittadini. è evidente che penati è scappato di mano al potere centrale e si è montato la testa e se non fosse così sarebbe sindaco di milano. io credo che le lotte interne di cui si è un po' letto sui giornali siano un segno che la sua parabola è in discesa per lesa maestà.
laRepublica 24 ottobre NATALIA ASPESI
Criticare sulla base di quello che altri hanno detto è sempre se non pericoloso, almeno sbagliato, e non ci si fa mai una bella figura. Letizia Moratti sostiene come fosse Lapalisse che «Milano è ben oltre quello che è stato raccontato nel film, è molto più bella». Qualcuno, però dopo aver visto il film, potrebbe sostenere che invece è molto più brutta, de gustibus. Si vorrebbe ricordare comunque al sindaco che, primo: nessun film, per fortuna, racconta una città intera, ma una storia, alcune storie, in certa città; e se per caso si sofferma su un intreccio anche troppo fusion, con solitarie capitane delle guardie di finanza e belle modelle maltrattate, puttane dell´Est sfruttate e uccise e banchieri adulteri e criminali, magazzinieri che si lasciano corrompere e vecchi professori che per pagare le tasse vendono i loro preziosi incunaboli, politici un po´ razzisti e bortaborse servili, non vuole dire che abbia preteso di faresi un ritratto di Milano, anche se si vedono il Duomo e la Bovisa, le ringhiere di una volta e certi ristoranti lussuosi dove servono porcherie alla moda.
Ci mancherebbe che ogni volta che un film ha per sfondo una città dovesse tener conto di tutto. Fai un film su Tangentopoli? Parla anche delle opere pie. Una storia di terrorismo? Non dimenticare il volontariato. Un affresco sui lavoratori clandestini? Perché non inserirci una prima alla Scala oppure la settimana della moda che tanto bene fa alla città? Nei 219 film che secondo il dizionario Morandini parlano di Milano ce ne sono certi che scompiglierebbero la messinpiega del sindaco: da "Rocco e i suoi fratelli" di Visconti, 1960, con la squallida periferia degli immigrati lucani (col più bel Alain Delon mai visto dopo), a "Bordella" di Avati, del ´76, con le case di piacere aperti alle ricche milanesi, da "Fame chimica", di Bocola e Vari del 2003, sullo spaccio di droga alla Barona, a "Milano Calibro 9" di Di Leo, 1972, in cui un personaggio dice, «Se Milano va avanti così dovranno creare anche qui l´antimafia». Nessun sindaco ha pensato che quei film erano brutti perché non mostravano le cose belle di Milano, ma sola droga, prostituzione, vizio, criminalità, grande materia di cinema più delle processioni (se non le filma Fellini) e del bel mondo (se non ne rivela il marcio Antonioni). Spiace dire che alla Festa di Roma dove era in concorso non a tutti il film sincero ma zoppicante di Francesca Comencini è piaciuto, e che proprio una giuria popolare, non altezzosa né cerebrale quindi, non l´ha premiato. Ma questa è un´altra storia, e non c´entra con Milano ma con il modo di fare cinema oggi in Italia: che come ha detto Ettore Scola, è ormai rovinato dalla fiction televisiva. Quanto a Milano, è vero, ha detto Scola, che nel film non c´è. Ma la ragione non è quella che immagina il sindaco: manca il malumore, l´inquietudine della gente, mancano il traffico orribile, i mezzi pubblici allo sfacelo, gli scippi quotidiani, i vecchi derubati in casa, manca la povertà delle iniziative culturali pubbliche, mancano i grandi corrotti, i grandi ricchi, che sono sempre più ricchi e corrotti e nessuno li ferma mai.