Sarà che invece di 13-15 milioni di euro di utile si siono accumulati altri passivi, sarà che gli studi interni della Provincia dicono che la Serravalle è un pozzo senza fondo che non può diventare produttivo, sarà che le operazioni di "alta finanza" di
ASAM cominciano a innervosire qualcuno in alto loco che si domanda dove vuole andare a parare Penati, fatto sta che ieri il prof. di app.tec. ha dichiarato a
Repubblica [pdf 712 Kb] che
«Non c'è più bisogno di tenere il 53 per cento di Serravalle, potremmo cedere delle quote ai privati e investire i capitali in Asam...».
Bella lì! A questo punto sarebbe interessante che oltre a giocare a Monopoli coi nostri quattrini invece che con le banconote inoffensive di Editrice Giochi, il prof. di app.tec. e la sua corte dei miracolati (come definire altrimenti personaggi senza titoli di studio né professionalità specifiche che ricoprono delicati ruoli tecnici e incassano stipendi da nababbo?) spiegassero cosa diavolo significa questa cosa che (1) prima hanno salvato il mondo acquistando le azioni di maggioranza da Marcellino Gavio (sostenendo che il caro prezzo era giustificato appunto dal premio di maggioranza) e (2) adesso le vogliono mettere sul mercato per far cassa e tentare di colmare una voragine di debiti (senza peraltro mettere in atto rimedi strutturali che fermino l'emorragia, ovvero facendo una trasfusione goccia a goccia a un paziente che ha l'arteria femorale squarciata).
Commenta Bruno Dapei, capogruppo di Forza Italia in provincia (nessuno è perfetto, ma Bruno l'abbiamo incontrato ed è pure una persona di gran buon senso):
«La stessa Giunta Penati ha stimato 23 giorni fa, in occasione del conferimento all'Asam, che le azioni Serravalle non arrivano a 6,58 euro l'una. Vale a dire che, nella migliore delle ipotesi (peraltro tutta da confermare) la perdita secca ammonterebbe ad oltre 70 milioni di euro (noi siamo convinti che la cifra sia ancor più cospicua). Oltre a spese ed interessi »
Per favore, prof. Penati e compagnia, facciamo una cosa. Tenetevi stipendi, autoblù, poltrone, segretarie, addettistampa, viaggi a New York, orologi rari, tutto quello che vi pare. Continuiamo a pagarveli volentieri, tanto noi sudditi ci siamo abituati. Ma almeno, abbiate pietà di questo povero popolo costantemente preso per i fondelli, che non ne può davvero più di vedervi giocare con la cosa di tutti come se fosse parco della Vittoria, la Stazione Sud o la società dell'Acqua Potabile.
Basta, fatela finita, non se ne può più. Fate il meno possibile, andate in giro per il mondo, presenziate a ogni convegno. Oppure statevene a casa a leggere e guardare la TV, non vi diremo nulla, non ci lamenteremo, non scriveremo lettere indignate, continueremo a pagare le tasse. In più, vi saremo immensamente grati per tutto quello che non farete "per noi".