Grazie
In ricordo dei tanti sorrisi che ci sono stati sui volti dei miei studenti durante la settimana romana, non posso non parlare dei miei amici che a Roma hanno incontrato tutta la mia classe. Ma partiamo da lontano. Alla fine dello scorso anno scolastico, per introdurre il tema della grande città anche in previsione della gita, abbiamo letto un brano tratto da Marcovaldo: Marcovaldo, il giorno di Ferragosto, è solo in città, si sente smarrito nella sua città, senza macchine, senza cittadini ha difficoltà a riconoscerla, e allora inizia a sognare le vie come fondovalli, come letti di fiume… Insomma, vede la natura in città, come in ogni racconto della raccolta. I ragazzi se ne sono appassionati subito, e io, per cavalcare l'onda di interesse, su internet ho cercato un file audio che trattasse lo stesso argomento, concentrandomi però su Roma.
E mi sono imbattuta in un file di Antonio Iovane, un giornalista di radio Capital oggi mio amico, un Marcovaldo nella sua Roma il giorno del funerale di Papa Giovanni Paolo II. Un racconto poetico, chiaro e denso di informazioni affascinanti soprattutto per un pubblico adolescente. Un successo: i ragazzi hanno voluto scrivere ad Antonio e hanno ricevuto immediatamente una lettera di risposta. E da lì sono iniziate varie corrispondenze individuali con Antonio, corrispondenze di cui ignoro il contenuto (e rosico, lo ammetto!). Le primissime lettere però le ho lette: tantissima gratitudine e uno stupore un po' preoccupante: “grazie di perdere un po' del tuo tempo con noi”, “non credevo che la mia lettera potesse interessarti”, “perché ti interessi alla mia vita? C'è poco da dire”. Reazione tipica negli adolescenti, ma ancora più marcata in certi contesti sociali, soprattutto se “a perdere tempo” è una persona di successo e che nemmeno si conosce.
E a Roma Antonio ha voluto perdere tanto del suo tempo accompagnandoci, con l'aiuto di un altro giornalista, a visitare gli studi di radio Capital dove abbiamo assistito alla diretta e visto come si registra un programma, abbiamo incontrato Alex Britti che ci ha dedicato una canzone durante una trasmissione e siamo arrossiti quando uno speaker in diretta ha parlato di una simpatica scolaresca francese di là dal vetro. Poi le passeggiate serali, le tante chiacchiere, i commenti più o meno seri su Roma. Con Antonio e altri amici miei. Oggi questi incontri, i tanti sorrisi dati e ricevuti, le attenzioni di adulti fino a dieci giorni fa sconosciuti sono i ricordi più cari, più vivi nei racconti dei ragazzi. Dal panino mangiato al Palatino con la mia amica Valeria; alla serata in un pub con Gigi e Dario che, anche davanti a sei allievi, non si è intimidito e mi ha preso in giro in modo irresistibile come solo lui sa fare, e io ora in classe ne pago le conseguenze divertendomi molto; a Marco che, dopo aver sopportato il mio stress sempre sorridendomi, li ha visti dopo un pomeriggio in cui avevano avuto tre ore libere e quindi ha ascoltato i racconti di chi ha preso il tram per andare allo stadio Olimpico, di chi ha fatto shopping, di chi ha mangiato una pizza intera alle 4 del pomeriggio; a Francesca e Giorgio che l'ultimo giorno hanno riso con i ragazzi distrutti da una notte insonne semisdraiati, nonostante le mie lamentele, sulle scale della basilica di Santa Maria Maggiore.
Ringraziare, sentire il bisogno di dire grazie, dopo un minuto o dopo 10 anni, è una delle sensazioni più belle che si possano vivere. E oggi una trentina di diciassettenni della banlieue parisienne ringrazia di tutto cuore una decina di italiani, li ringrazia per il tempo condiviso e non per il tempo perso. Perché oggi sanno che conoscersi è stato un piacere per tutti.