Ho scritto un commento in un thread… a rischio (infatti è stato rimosso) su una pagina di appassionati di karate. Lo salvo qui, perché mi piace.
Il problema, Flavio Daniele, sta soprattutto nel verbo che lei usa: “credere”, che nel variegato e pittoresco mondo delle arti marziali cinesi ha troppo spesso una forte connotazione fideistica.
Vede, secondo me temi come quello dell’energia vitale – che in Cina sono presi molto sul serio – da noi finiscono troppo spesso nelle mani di persone prive del necessario background culturale, che li trasformano nell’aria fritta che lei giustamente evoca nel suo commento. Ma anche (soprattutto) contribuendo all’immagine distorta della cultura (marziale, ma non solo) cinese, quella dei film anni ’70, con salti sui tetti e maghi lanciafulmini.
Vogliamo dire – una volta per tutte – che l’arte marziale cinese, se autentica e ben praticata, è un eccellente metodo di condizionamento fisico, che dura nel tempo, ma spiegabile e valutabile con gli strumenti della scienza e soprattutto descrivibile con concetti comprensibili a tutti?
No, perché di maghi e fattucchiere, chakra che si aprono e chiudono a comando, elementi che fluiscono, energie misteriose e altre simili amenità, oggettivamente non se ne può più.
Perdoni, davvero senza polemica, trovo questo approccio aulico, basato su parole in libertà, un’offesa per l’intelligenza di tutte quelle persone che praticano e studiano le culture orientali in consapevolezza e con serietà.
In altre parole, più semplici: a furia di leggere minchiate sui “tanden” che si aprono e si chiudono andando su e giù e respirando accazzo (come ho letto in questo gruppo, senza che nessuno si ribellasse) finisce che qualche frescone ci crede davvero. Poi non ci si può stupire se il mondo dei babbani che non praticano arti marziali pensa di noi che siamo dei cialtroni.