Caro (ma sul serio) sindaco, a proposito del tuo rimbrotto ai ciclisti, categoria di cui sono orgoglioso di far parte.
Le regole in bici le rispetto (nei limiti del salvarmi la pelle, per dire in via Torino a volte faccio brevi tratti sul marciapiede) e come me fa la gran parte dei ciclisti. La mia reazione al drammatico incidente in cui un ragazzetto incosciente ha provocato una tragedia che non voleva e non meritava sarà rispettarle un po’ di più.
Ma il rimbrotto no, quello non lo merito, nonostante via Torino. Perché in Italia, ogni giorno, più o meno 1,4 persone muoiono ammazzate e varie altre subiscono danni gravissimi a causa di automobilisti che le regole non le rispettano, sostanzialmente velocità e attraversamenti pedonali. Voglio dire, il dramma della signora uccisa sulle strisce, clamoroso perché travolta da un ciclista, paradossalmente farebbe meno effetto se il colpevole fosse stato in auto. E infatti non ti ho mai sentito rimbrottare qualcuno per un morto sulle strisce. Il ciclista però sì. Duole dirlo, ma siamo assuefatti ai morti ammazzati da motore.
A Milano, in particolare, le regole minime e basilari per la sicurezza non sono rispettate. Ti invito a fare un semplice test nella mia zona: prova ad attraversare sulle strisce dove non c’è semaforo, per esempio in via Washington accanto a Esselunga, oppure in viale Misurata, o peggio all’inizio di via Lorenteggio dove attraversano i bambini diretti a scuola. E’ una corrida.
Posso aspettarmi che tu faccia sentire la tua voce anche agli automobilisti (altra categoria di cui faccio parte, senza orgoglio però), non solo un rimbrotto, ma un’azione vera, seria, realistica e credibile perché Milano torni una città più vivibile? Non serve granché, ci sono infiniti esempi nel mondo, pochi interventi seri, la volontà di fare davvero qualcosa di utile alla collettività e il problema si risolve alla radice.
Saluti cordiali.