In uno dei thread dedicato all’esodo di Civati dal PD sulla pagina Facebook de Gli Stati Generali (peraltro già citato qui) ho postato un commento che sintetizza il mio pensiero sulla vicenda. Non è facile ragionare di politica in questi thread, in cui spesso ironia, sarcasmo e pancia annullano qualunque possibilità di scambiare opinioni. Quindi riporto qui il mio pensiero sulla faccenda.
Il mio pensiero su questo tema trascende qualunque passione (tra l’altro considero Pippo una persona molto gradevole), a me interessa sapere chi decide del mio futuro e in tutta onestà spero che Civati e quelli della sua area (da Cuperlo alla Bindi) abbiano il minor potere decisionale possibile, perché la loro storia dimostra che non hanno le qualità per decidere.
Non sono un “renziano a prescindere”, ma neppure i sogni che facevo ai tempi di Berlinguer oggi hanno senso. Però questo “ragazzotto toscano” furbissimo che ha conquistato il potere in Italia (anche circondandosi a vari livelli di persone che stimo, tra cui Ivan Scalfarotto, Marco Simoni e tanti altri) mi dà la sensazione di poter scardinare meccanismi e reti che da anni bloccano il Paese.
Il discorso è complesso, ma penso che in questa epoca o si ribaltano le prospettive (un esempio per tutti: il diritto al lavoro basato più sull’offerta di posti che sulla tutela di chi il lavoro ce l’ha) oppure si finisce definitivamente nel guano economico e sociale, a rischio di altri 25 anni di tette-culi, se non peggio.
IMHO il carro a cui il “ragazzotto brianzolo” Pippo Civati si attacca non è in grado (per storia, persone, interessi personali, incapacità, inadeguatezza, eccetera) di ribaltare nulla. Renzi invece magari in parte, forse è in grado. Quindi se Civati lo molla (accompagnato da Bindi, D’Alema, Latorre, Bersani, Cuperlo, Bettini, Finocchiaro e tutti quelli) non posso che essere contento.