“La retorica dei mass e dei social media ha funzionato da grande megafono e amplificatore prima delle fiamme e dei fumi, poi delle spugne in un gioco speculare diretto alla pancia prendendo nel mezzo una città intera. Milano brucia, Milano riparte, un senso epico dei titoli che trae in inganno e regala il peggio del giornalismo nostrano. Non c’è un’anima migliore, non si riparte perché non ci si è mai fermati, non si risorge, perché non siamo mai morti, non ci sono cittadini migliori, perché una città la fanno tutti quellio che la abitano, anche quelli che dovranno rispondere dei propri atti (con proporzionalità si auspica).”