“Sono giornate strane, gli accadimenti vengono ruminati con lentezza: l’unanimismo inizialmente prevalente (bene contro male, buoni contro cattivi) il giorno dopo lascia sempre il posto ad argomentazioni più articolate. Il “movimento” è in pausa di riflessione. Le lacerazioni sono profonde, anche per mettere a fuoco quella che è già passata alla storia come la marcia trionfante della società civile che ha ripulito Milano per restituirla ai milanesi in tutto il suo splendore. L’enfasi è imbarazzante. “La nostra città”, si esaltano i ventimila pulitori volontari scesi in piazza con le spugnette e arringati dal sindaco Giuliano Pisapia, uomo che questi meccanismi di fascinazione delle masse dovrebbe conoscerli a memoria. L’identificazione spontanea con “la nostra città” è rivelatrice, se è vero che il “blocco nero” non ha spaccato o imbrattato simboli particolarmente cari alla storia di Milano: vetrine, finestrini, mica le guglie del Duomo, Santa Maria delle Grazie o lo stadio del “triplete” (e di Van Basten).”
Tutto l’articolo di Luca Fazio su il manifesto.