“Il contingentamento nel numero di licenze ha di fatto trasformato quelle esistenti in fonti di rendita protette per chi le possiede, una sorta di Tfr. Un rapporto di qualche anno fa della Banca D’Italia snocciola cifre che vanno dai 50-60mila ai 300mila euro per l’acquisto di una licenza sul mercato secondario.
La questione Uber evidenzia due interessi concorrenti: quello dei tassisti a estrarre la rendita attesa nel momento in cui hanno acquistato la licenza e quello (diffuso) dei consumatori ad accedere a un servizio a prezzi e modalità ragionevoli.”
Su Lavoce.info un articolo che dice con grande chiarezza tutto quello che c’è da dire sullo scontro Uber-tassisti, individua le complessità, propone le quattro ipotesi realistiche di soluzione.