Premessa: non è chiaro cosa ci trovi da ridere Ignazio Marino, visto che il rimpasto della giunta è il prodotto di una débâcle amministrativa e politica di proporzioni colossali (solo Sergio Cofferati a Bologna era riuscito ad attuare un’opera di devastazione di consenso e credibilità ancora più credibile). Ma il punto è un altro.
Il tema è che in giunta vanno Stefano Esposito (senatore PD, assessore ai trasporti) e Marco Causi (deputato PD, vicesindaco con delega al bilancio). Ammessa e non concessa la loro competenza e adeguatezza, preso atto della loro scelta di non dimettersi dal Parlamento, ma di rinunciare al compenso da assessore (comunque poca cosa rispetto a prebende e privilegi da parlamentare, al cittadino contribuente che versa allo Stato il 50% e più del proprio reddito (anche per retribuire lautamente costoro) resta una curiosità: come diavolo fa uno a fare il parlamentare e l’assessore al contempo?
Il lavoro in Parlamento dovrebbe assorbire il 100% delle risorse di una persona che lo svolge con rispetto del Paese. Non si tratta solo di pigiare il bottone, ma di documentarsi, studiare, argomentare, proporre. Tutte attività maledettamente impegnative.
Altrettanto impegnative – anche viste le condizioni della città – sono le attività di assessore. I trasporti di Roma sono nel caos e il bilancio è una giungla che sprofonda. Quante ore al giorno dovranno lavorare Esposito e Causi per poter far fronte agli impegni parlamentari e di giunta? Probabilmente molte più delle 24 disponibili quotidianamente.