Si parte dal presupposto che costoro (1) dispongano dell’elenco dei loro abbonati, (2) si siano fatti uno straccio di idea di quanti potrebbero aderire al servizio scooter e (3) dispongano di risorse sufficienti ad assoldare sviluppatori e sistemisti con uno straccio di esperienza. Niente di tutto questo.
Dopo la mail tronfia con l’annuncio del servizio scooter e la richiesta di “aggiornare il profilo”, il sito – come da copione – è giù. Non ho idea di quanti siano gli iscritti milanesi a Enjoy, ma una cosa è certa: loro lo sanno, ma non hanno fatto *nulla* per non trovarsi nella consueta, frustrante situazione dell’applicativo che crasha al primo traffico.
Eppure ci vuole così poco. D’altra parte Enjoy è un servizio che monta un telefonico nella vettura, ma se lo usi per segnalare un problema vieni cazziato dalla persona che risponde perché “deve usare il suo cellulare”. Per non parlare delle centraline che ciondolano perché sono attaccate male, alle auto sempre vuote di benzina, fino al recente rincaro dei tempi di attesa.
La meraviglia della società Occidentale è che c’è sempre la concorrenza: i 4 centesimi in più al minuto di car2go si pagano molto volentieri.
Eni resta sinonimo di inefficienza e approssimazione, oggi come un tempo.