Ieri il Consiglio di Zona 1 ha approvato un documento contro lo svolgimento della Festa dell’Unità ai Giardini Montanelli. Come scrive Enrico Fedrighini sul suo wall Facebook “la convivenza tra verde pubblico e manifestazioni di varia natura” e aggiunge che in quattro anni la giunta Pisapia non è riuscita “a individuare, attraverso il PGT, idonee localizzazioni per funzioni urbane (presenti in ogni città europea) dedicate a concerti e feste, magari riqualificando aree degradate. Ogni intervento – da un nuovo stadio a uno spazio concerti a un centro di culto – sembra figlio del caso (o di trattative fra privati), non di una visione strategica delle funzioni urbane”.
Quanto dice Fedrighini è vero. Dopo gli anni della lacerazione interiore (anche chi ci credeva non poteva non capire l’insensatezza dello scempio) dovrebbe essere chiaro a tutti che i festival politici nei parchi non vanno fatti (lo sappiamo dall’esperienza di anni di lotta al Monte Stella).
Ma c’è un altro tema, quello delle feste di partito in sé, oggetti che nel 2015 anacronistiche. Non possono essere imposte alla città. Lorsignori si affittassero degli spazi adatti, si facessero dare dal Comune zone dismesse, li facessero nelle loro sedi. Ma lasciassero stare il verde. E’ venuto il momento di fermare questi carrozzoni che fanno solo danno al bene comune per raspare altri soldi oltre a quelli che già raspano.
Se il PD ha bisogno di denaro, imponesse a Sposetti di vendere un appartamento, una nocciolina nel patrimonio immobiliare di quel carrozzone, ma lasciasse in pace i parchi.