Dal Corriere della Sera: “Su Milano il premier Matteo Renzi punta molto. La posta in gioco è troppo alta. E la città simbolo è appunto il capoluogo lombardo. Tra i possibili candidati c’è Giuseppe Sala, commissario unico di Expo. Ma i vertici del Pd hanno dato mandato ai loro ambasciatori di aprire una trattativa con Giuliano Pisapia per convincerlo a ripresentarsi. Resta lui, secondo i sondaggi, il candidato con più chance”.
Dopo la bufala (annunciata) sugli ingressi, salvo sorprese agghiaccianti, dovrebbe essere definitivamente tramontato il nome di Giuseppe Sala, già DG del Comune all’epoca Moratti, commissario straordinario all’Expo dopo gli scandali, figura centrale dell’evento anche prima che fossero scoperti. Non lascia rimpianti, anche perché avrebbe avuto poche speranza di vittoria – privo com’è di carisma, physique du rôle e curriculum – e sarebbe bastato un “amministratore di condominio” tipo Gabriele Albertini per papparselo in un boccone.
Restano per ora in pista Emanuele Fiano e Pierfrancesco Majorino, navigatori della politica di lungo corso, che avrebbero però difficoltò a raccogliere consenso nelle rispettive aree di debolezza: la sinistra radicale e movimentista il primo, la borghesia illuminata il secondo, cui va aggiunto il partito trasversale degli allergici a chi nella vita non ha fatto altro che politica, come loro due.
Ma ieri il cerchio magico di Matteo Renzi ha lasciato trapelare il progetto di convincere Giuliano Pisapia a rivedere i suoi programmi: a leggere i giornali sarebbe già cominciato il pressing.
Pisapia non può non essere consapevole che la strada poi non sarebbe in discesa come quella del mandato in corso, perché il prossimo sindaco dovrà gestire le pesantissime conseguenze economiche che Expo porterà alla città. Se, come pare, gli ingressi saranno la metà di quelli (temerariamente o ipocritamente, chi lo sa?) messi a preventivo, i costi pianificati su un budget doppio e le penali da pagare ai fornitori produrranno un disavanzo pesantissimo che richiederà correttivi, tasse e tagli. A questo si aggiungerebbe il buco nero degli spazi di Rho dopo la fine di Expo, un tema prioritario, che però è stato insensatamente trascurato e su cui non ci sono ipotesi realistiche. Il rischio che l’area si trasformi in un ghetto di illegalità e disperazione è altissimo.
A guardarla dal punto di vista di Pisapia, accettare sarebbe autolesionista. Mollando nel 2016 lascerebbe Palazzo Marino da vincitore, con la città rimessa a lucido e l’eco forte dei successi commerciali di Expo (al di là del flop di visitatori, l’evento è apprezzato all’estero e sta producendo contatti che porteranno a Milano risorse, investimenti e finanziamenti).
E’ quindi probabile che il sindaco confermi la scelta, creando però un problema al centrosinistra, soprattutto nel caso in cui la destra rinunciasse agli impresentabili Lupi o Salvini a favore di un profilo moderato, credibile e unificante.
Se invece Giuliano Pisapia accetterà di candidarsi, lo scenario cambierebbe radicalmente: le primarie probabilmente salterebbero, coi Fiano e Majorino pronti a fare squadra, ovviamente a fronte di promesse sufficienti a compensare la rinuncia. In questo caso andrebbero però compensate due debolezze significative:
- Il 2011 insegna che delle primarie vere sono un evento coinvolgente e determinante per la vittoria. Non farle significherebbe rinunciare al loro valore mediatico e psicologico, sottraendo mesi di formidabile visibilità a schieramento e candidato.
- La soddisfazione degli elettori per la vittoria di Giuliano Pisapia è stato seguito da un duro colpo, a causa di una giunta che – per usare un eufemismo – ha suscitato poco entusiasmo, seguita da una distribuzione di poltrone e consulenze del costo complessivo di una quindicina di milioni di euro.
Descritti gli scenari, ecco i miei 3 cent. Se Pisapia accetterà di tornare sui suoi passi e se la destra schiererà un candidato credibile, per vincere sarà necessario ricuperare in toto o in parte il consenso del 2011. In particolare:
- massima chiarezza sul bilancio di Expo e sulla situazione finanziaria di Milano
- programma chiaro, realistico e irrevocabile
- dichiarazione preventiva di nomi e cognomi che comporranno la giunta e i criteri con cui sarà composta la squadra.
Avremo occasione di riparlarne.