«Il presidente Draghi non avrebbe potuto fare quel che ha fatto, se l’Italia non avesse avviato le riforme strutturali, a cominciare da quella delle pensioni, e non avesse messo ordine nei conti. Sarebbe stato accusato di favorire il proprio Paese. È stato un lavoro di punta e di tacco: prima la Merkel, al consiglio europeo 2012, si persuade a dire che gli interventi di stabilizzazioni sono giustificati; poi viene il tacco della Bce, che avvia gli interventi».
E ancora: «L’economia italiana cresce la metà rispetto ai Paesi dell’Eurogruppo da 15 anni. Non è stato il mio governo a deprimerla. Anzi, con le riforme che abbiamo avviato, proseguite dai miei successori, abbiamo posto le basi per la ripresa. Quelle cose non le abbiamo fatte perché ce le ha chieste l’Europa. Le abbiamo fatte nell’interesse e per la dignità dell’Italia. Le ricordo che siamo l’unico Paese dell’Europa del Sud, Francia compresa, a essere uscito dalla procedura d’infrazione»
Un’intervista rilasciata al Corriere da Mario Monti, un Presidente del Consiglio e un episodio della storia italiana che solo pochi sono riusciti a capire – nel bene e nel male – senza farsi distrarre dal tifo.