“Tornare a Roma? Mai più. Se potessimo anticiperemmo il rientro in America”. A parlare due turisti americani sulla banchina della metro A di Roma, stazione Barberini, direzione Anagnina, dopo il quarto treno della metropolitana passato in 45 minuti, sempre strapieno. Sì, perché oggi pomeriggio, almeno a partire dalle 17, orario in cui io sono stata testimone oculare, “mancano i treni verso Anagnina”, mi ha spiegato un addetto dell’Atac in stazione.
“Perché mancano?” domando. “Deve chiederlo alla dirigenza”, mi risponde. Io sono stata in banchina dalle 17.10 alle 17.48 e sono passati 3 treni, tutti strapieni, davanti a una banchina strapiena. Al quarto, strapieno, me ne sono andata e ho preso un taxi condividendolo con una signora arrabbiata, disgustata ed estremamente gentile. Intanto il sindaco Ignazio Marino va ad assistere allo sfalcio dell’erba in un parco, domani alla posa dell’asfalto sulla Prenestina. Nel frattempo mancano i treni nella metropolitana di Roma, capitale d’Italia, una delle città più note e visitate al mondo. Perché mancano? Non si sa, forse perché c’è una epidemia di colera o di ebola, forse perché i macchinisti non vogliono proprio timbrare quel cartellino che li costringe a lavorare con un minimo di controllo, fo orse perché c’è caldo e sono tutti al mare o comunque in ferie. Intanto noi, cittadini normali che lavoriamo tutti i giorni, impieghiamo 2 ore nette e 15 euro per fare quello che faremmo in 4 fermate di metropolitana. Per inciso, ho l’abbonamento annuale e me ne dispiace moltissimo, perché altrimenti da domani inizierei anche io a saltare i tornelli.
Foto e testo sono di Ada Perini e sono state condivise da Luigi Amrosio.