“Il mio compito di cittadino-contribuente è quello di pretendere che lo Stato, ai suoi vari livelli, garantisca i servizi che le mie tasse finanziano in modo generoso, non di sostituirmi ad esso. [snip] Questa non è una semplice campagna che invita a non buttare le carte per terra o a non lasciare la plastica nei prati, né una campagna che certifica una riscossa, ma semmai una resa, la resa definitiva del cittadino divenuto suddito.”
Marco Parigi su Gli Stati Generali commenta l’iniziativa #romasonoio lanciata da Alessandro Gassman, quasi solo tra tante genuflessioni, si accorge che queste iniziative di apparente civiltà sono la sconfitta definitiva della democrazia e dei diritti dei cittadini, trasformati in spazzini (neanche si può dire “operatori ecologici”) che lavorano gratis dopo aver pagato fior di tasse finite chissà dove.
Sono tutti fastidiosi gli applausi a questo “spirito civico” che in realtà è una resa incondizionata, ma risultano proprio insopportabili applausi e sorrisi della classe politica, incapace di garantire un servizio appena decente. L’inetta amministrazione romana ha buon gioco a sfruttare ingenuità, esasperazione e mancanza di spirito critico dei cittadini incapaci di ribellarsi e pretendere il rispetto dei propri diritti.
Con #romasonoio, come con #retakemilano, l’Italia dimostra di essere un mondo capovolto, in cui si passano le giornate a insultare “i politici”, salvo rinunciare a usare gli strumenti della democrazia – quando sarebbe il momento – per costringerli a fare il proprio dovere.