Ha senso la tariffa addizionale applicata da car2go a chi lascia l’auto in periferia? Per capirlo basta cercare un’auto a Milano in giorno feriale qualsiasi, nel caso martedì 25 agosto alle 11 del mattino, con ancora un bel po’ di persone in ferie. Gli screenshot delle app car2go ed enjoy scattati a un minuto di distanza parlano chiarissimo. Le Fiat 500 rosse sono tutte in periferia, spesso concentrate in poche zone, le Smart biancoazzurre sono distribuite su tutto il territorio urbano.
Su media e social network si legge di tutto e di più, con appelli, grida di dolore e minacce al limite dell’imbarazzante. E se quello che riporta Repubblica è vero, anche il Comune sta facendo molto fumo per nulla. In realtà i temi sono due: quello della scelta strategica e quello della legittimità della scelta di car2go.
1 – se i dati forniti da car2go sono veritieri (e non c’è ragione di dubitarne), è evidente che a fronte di un numero apparentemente minore di rinunce a usare il servizio c’è una significativa maggioranza di utenti soddisfatti, perché possono trovare un’auto con più facilità di prima. La scelta strategica di car2go (privilegiare gli spostamenti in città piuttosto che il commuting) come ogni cosa è è discutibile, ovvero può essere discussa. Ma trattandosi di un’impresa privata va rispettata. Nel libero mercato occidentale loro hanno fatto l’investimento, loro hanno diritto di impostare le strategie di vendita.
2 – Il punto 1 deve ovviamente tener conto di leggi, regole e accordi con l’Istituzione. Il problema sorgerebbe se – per esempio – dei vincoli contrattuali con il Comune impedissero una differenziazione delle tariffe. In questo caso – ovviamente – il Comune avrebbe il diritto-dovere di agire a tutela del rispetto degli accordi. Ma visto che l’interlocutore è Daimler-Benz, è difficile pensare che si sia tentato un colpo di mano a capocchia.
In sintesi: un esperimento di car sharing comunale esiste, è GuidaMI gestito da ATM, ma è talmente macchinoso da risultare pressoché inutilizzabile su base quotidiana. I car sharing privati come car2go, enjoy, Twist, eccetera danno – ciascuno secondo una propria strategia – un contributo fondamentale alla riduzione del traffico automobilistico privato in città, la cui conseguenza prima è l’inquinamento volumetrico prodotto dalle auto parcheggiate. La pretesa di imporre strategie diverse dalle rispettive scelte aziendali è irrrealistica, miope ed egoista.