“È diventata vicesindaco quasi per caso, due mesi fa, scelta da Giuliano Pisapia per riportare pace in una giunta (e in una maggioranza) sull’orlo di una crisi di nervi. Ma adesso per Francesca Balzani c’è chi immagina un altro salto in avanti, questa volta tutt’altro che casuale. È lo stesso sindaco il primo ad aver pensato al suo nome, che però piace anche al Pd e viene visto, da più parti, come quello sul quale potrebbe confluire tutta la coalizione del centrosinistra che si prepara, con molte incertezze e altrettante inquietudini, alla sfida del 2016 per Palazzo Marino”.
La notizia da Repubblica. In attesa di costruirmi un’opinione, visto che non conosco la persona (un segno peraltro positivo, un assessore poco presenzialista piace più di chi si danna per apparire), mi limito a riportare l’impressione a caldo postata su Facebook da Marco Mazzei, un milanese che stimo molto (lo vedrei benissimo come assessore alla mobilità), attento alle cose politiche della città, in genere più positivo e propositivo che critico. Marco scrive: “Perderemo, e perderemo alla grande”.
Nel frattempo un altro milanese che leggo sempre volentieri, Fabrizio Bottini, torna sull’ipoetesi Giuseppe Sala, che pare piaccia molto a Matteo Renzi. Il suo commento è lapidario: “Renzi dice che per fare il sindaco di Milano gli piacerebbe tantissimo il supermanager di Expo, Sala. Io dico che se ne avessi uno, di cervello, mi unirei subito alla fuga, per allontanarmi da questa masnada di idioti che confondono riforme con riverniciatine vagamente nuoviste. Il Veltroni delle figurine Panini a confronto era un gigante del pensiero”.
Per la precisione: questi non sono due “professionisti del no”, come oggi è in voga dire nelle sedi dei partiti.
E allora, se davvero si vuole “dare continuità” al governo Pisapia, qualcuno lassù (o laggiù, cioè a Roma) dovrebbe capire che occorre una riflessione seria non sui nomi – che dovrebbero venire dopo – ma sul metodo e sul profilo. Sembra tanto ovvio, possibile essere ancora qui al totonomi su Repubblica?
PS: torna la solita domanda: ma Emanuele Fiano e Pierfrancesco Majorino non hanno nulla da dire su queste grandi manovre che passano sopra le loro autocandidature senza fare un plissé?