Il candidato sindaco del centrosinistra ancora non c’è, ma il tema comincia a spostarsi al centro dell’attenzione. La sensazione è che ancora nessuno abbia le idee chiare su come conciliare gli interessi di bottega di Lorsignori con la necessità di trovare un ampio consenso interno e convincere gli elettori di centrosinistra a votare (è noto che a Milano non si vince rubando voti all’avversario, ma portando i propri a votare, non a caso Pisapia ha vinto con meno voti di quelli con cui Ferrante aveva perso).
Riassunto per chiarirsi le idee.
I politici sono comparsi per primi, al grido “Primarie! Primarie!”. Hanno cominciato Emanuele Fiano e Pierfrancesco Majorino, tra i più presentabili in un carrozzone di impresentabili (per formazione e curriculum). Poi si è aggiunta un’altro politico, Francesca Balzani, vicesindaca, pure lei presentabile, in più donna, ma pur sempre politica di formazione e professione.
Sponsorizzatissimo (si dice) da Matteo Renzi in persona, il grand commis Beppe Sala è il primo non-politico puro, benché titolare di una storia professionale costruita più sulle relazioni coi potenti che su competenze reali. I suoi handicap: piace anche a destra (il che la dice lunga, succedeva anche con Ferrante) e ha la spada di Damocle delle possibili inchieste post-Expo che in molti si aspettano. In più – non è colpa sua ma conta – è antipaticissimo.
Si è anche ventilata l’ipotesi del candidato di riciccio (Stefano Boeri, oggi più che mai archistar per il meraviglioso Bosco Verticale, ma con ‘handicap delle vicende politiche 2011). E qualche autolesionista è arrivato a citare l’ex vicesindaca De Cesaris (al di là del carattere ci sono le faccende del marito su cui gli avversari andrebbero a nozze) e Carmela Rozza, che riesce a essere più antipatica perfino di Beppe Sala.
Intanto i giornali (leggi: Repubblica) insistono ad amplificare ogni mezza parola dei ranghi (Pisapia incluso), più per tenere viva l’attenzione che per fare davvero informazione, trasformano il poco emozionante brusio in un cicaleccio che forse appassiona qualcuno a Palazzo, ma che disturba il mondo degli umani là fuori.
Poi, il 19 settembre, finalmente, compare un nome con le carte in regola.
Cristina Messa, una solida formazione scientifica (docente di diagnostica per immagini, poi direttore del dipartimento Scienze per la salute) e un ruolo (rettore della Bicocca dal 2013) che garantisce ottime capacità manageriali. Non si sa nulla della sua storia politica e questo è un bene, significa che si è soprattutto occupata di cose serie. In compenso è un’ammiratrice di Rita Levi Montalcini, anche questo è un valore non da poco. Donna. Giovane. Ci siamo. Un profilo come questo è ciò che serve a Milano.
A questo punto – sempre che Messa sia d’accordo a buttarsi nella mischia – si apre un problema reale: impedire che i bassi interessi di bottega di Lorsignori prevalgano, com’è spesso accaduto in passato, mettendo fuori gioco una buona candidatura. Sarebbe un peccato, perché Milano merita un sindaco all’altezza, con le qualità e l’autorevolezza necessarie a mettere ai margini le faccende di bottega, a vantaggio del bene comune. Confidiamo che Lorsignori abbiano il minimo di spirito civico, generosità e buon senso necessari a farsi da parte, rinunciando a fare melina e mercato delle vacche, a vantaggio di tutti.
E’ un sogno?
PS: poco dopo che il post è andato online un lettore ci segnala che la Messa sarebbe coinvolta in un’inchiesta per appropriazione di ingenti fondi pubblici probabilmente ancora in corso. Speriamo di no.