L’architetto Dino De Simone pubblica sul suo wall Facebook una straordinaria riflessione sul progetto di trasformazione del Giardino dei Giusti al Monte Stella di Milano, “un progetto visibilmente irrisolto nella forma, in contrasto con la natura definitiva del luogo, non facente parte inoltre il nuovo progetto di un concorso di idee, per il necessario confronto, rendendo partecipi gli astanti, per una giusta condivisione, prima di ogni possibile realizzazione”. Visto che il profilo
QT8, Il Montestella a Milano – Seconda versione.
Architettura – Natura – centralità del Monte Stella nell’immagine della città.
La storia del nuovo progetto per il giardino dei giusti al Monte Stella a Milano ,va subito detto, è stata mal posta dagli stessi operatori, facendola diventare un vero e proprio conflitto istituzionale fra le parti contendenti, invece di trovarsi su un terreno comune, con gli abitanti del QT8, insieme ad esponenti della cultura urbana milanse che firmatari di un documento, ne respingono totalmente l’idea, dopo approfondite analisi, rilevando incongruenze, in rapporto all’architettura del verde preesistente. Si tratterebbe di un intervento particolare, un fuori scala, nel complesso urbanistico del QT8, che per essere stato uno dei primi esperimenti di architettura e urbanistica moderna in Italia, andrebbe messo sotto tutela.
Basterebbe ciò per sospendere l’ intera operazione, perché i problemi degli interventi sul Monte Stella hanno origine soprattutto dalla storia della città, dalle sue rovine nella seconda guerra mondiale, le stesse rovine di Berlino, Londra e altre città europee. Bisognerebbe dire che sui giusti della storia ci aveva pensato già l’Arch. Piero Bottoni con il suo Monte Stella. Un monumento per Milano e l’europa intera, nel custodire al suo interno materialmente le rovine e la memoria di una storia tragica. Ogni intervento in proposito, dovrebbe avere presente in prima istanza il suo significato simbolico oltre al complesso fenomeno della sua architettura-natura, da interpretare soprattutto come opera d’arte, in rapporto alla città, esempio unico nella storia urbana milanese, per come l’Arch. Aldo Rossi ne ha descritto il suo valore architettonico emergente, in uno dei suoi quaderni azzurri.
In tal senso occorre rivedere il progetto dei giardini dei giusti, perché non rimanga un fenomeno isolato in rapporto ad un progetto più globale che oggi il Monte Stella richiede, come opera d’arte e di architettura da tutelare. Fa testo in tal senso la frase di Adolf Loos, architetto, che alla vista di un tumolo in un bosco, invitò ad essere seri, perché si era d’avanti all’architettura.
Basterebbe rivedere l’unità del valore monumentale del Montestella in questo senso, prima di ogni intervento, per non farne inutilmente una questione di principio o di conflitto con gli stessi abitanti del QT8, che difendono comunque a ragione la natura originaria del Monte Stella , come opera d’arte, anche ambientale, da un progetto visibilmente irrisolto nella forma, in contrasto con la natura definitiva del luogo, non facente parte inoltre il nuovo progetto di un concorso di idee, per il necessario confronto, rendendo partecipi gli astanti, per una giusta condivisione, prima di ogni possibile realizzazione.
In proposito vale ancora riflettere sull’ idea di Bottoni per il QT8, “L’ architettura moderna per tutti”, per fare del quartiere come era nelle premesse, un laboratorio di ricerca per il rapporto Architettura-Natura.