Sul wall Facebook di Marco “marmaz” Mazzei (un esempio di come la “società civile” realmente disinteressata al proprio tornaconto possa possa essere utile alla città) è partito un thread su “primarie sì – primarie no”. Il tema è importante, ma non quanto quello principale, ovvero la necessità civica da parte delle persone di buon senso di impegnarsi a fondo per mantenere Milano lontana dalle grinfie dell’unica destra disponibile in Italia: quella cafona, xenofoba, omofoba, discriminatoria, populista, arraffona. Tra qualche battuta, ho scritto un commento che mi piace salvare qui.
Scherzi a parte. Il tema è semplice: (1) non possiamo lasciare Milano a quelli là, per nessuna ragione, quindi (2) l’esperienza Pisapia deve continuare, ma (3) deve evolvere superando alcune debolezze e contraddizioni. Mi auguro che il mondo della politica riesca a darsi da fare, mettendo per una volta il futuro della città davanti alle proprie questioni di bottega.
Proprio per questo è importantissimo che noi tutti fuori da Palazzo ci mettiamo sì tanto entusiasmo, ma anche tanta attenzione, tenendo occhi e orecchie sempre aperti. Se lo avessimo fatto nel 2011 probabilmente parecchi aspetti dell’esperienza Pisapia – comunque IMHO molto positiva nel complesso, soprattutto in rapporto all’alternativa nefasta Moratti-De Corato – avrebbero potuto essere migliori per la città.
Da estimatore di Giuliano Pisapia persona, critico su alcune sue scelte, non sono tra chi spera che ci ripensi, perché ritengo che se si ricandidasse dovrebbe necessariamente riconfermare posizioni e ruoli che secondo me devono cambiare per poter cambiare marcia. Serve un guizzo di creatività, gioventù, spirito critico e un po’ di pragmatico anticonformismo.
Vorrei un nuovo candidato che riproponga la qualità umana di Giuliano Pisapia, ma sappia far tesoro dell’esperienza di questa amministrazione, per superarla e portare Milano a diventare una città ancora più viva, ricca di opportunità, complessa, solidale, pulita, vivibile.