L’ipotesi della candidatura di Alessandro Sallusti a sindaco di Milano è un’ottima notizia, non solo in relazione ai nomi che erano stati ventilati prima: Del Debbio, Lupi, Scaroni, per non dire Gelmini e Salvini.
Alessandro Sallusti non è Indro Montanelli, ma a differenza di tutti gli altri nomi fatti dalla sua parte politica, è probabilmente quello più adatto a raccogliere elettori al centro, oltre che a destra. Nonostante la faccia e la moglie, grazie alla poltrona di direttore del quotidiano di quella che fu la “maggioranza silenziosa”, piace a destra, piace al centro e piace in parrocchia.
E qui sta la bella notizia per gli elettori del centrosinistra. Un Sallusti può avere più appeal in quel bacino di utenza in cui il PD renziano vuole andare a pescare voti candidando Giuseppe Sala, giocando sul suo passato come DG della Moratti e sul (in parte millantato) successo di Expo.
Sallusti è il perfetto rappresentante della “società civile borghese, liberale e democratica” che può mettere in crisi il progetto Sala, visto che l’elettore di destra preferisce votare destra piuttosto che una sinistra che gli strizza l’occhio.
E’ quindi possibile che a questo punto il commissario Expo finisca per apparire meno vincente anche a chi non vede l’ora di metterlo a Palazzo Marino. Anche perché pacche sulle spalle con Renzi e pugno chiuso con Morales sembrano un po’ poco per raccogliere la maggioranza che elesse Giuliano Pisapia e che non sembra disposta a venire a patti col grintoso manager ambrosiano.
Elisabetta Soglio sul Corriere.