Ho scoperto per caso su Facebook questa intensa riflessione su Milano, firmata da una persona che non conosco: Marco Mori. Al di là dall’essere d’accordo o meno, bisogna ammettere che esprime in modo chiaro e circostanziato il sentirsi “non orfano, ma libero” di tante persone con cui in questi giorni parlo di #milano2016. Quindi ho deciso di salvarlo qui, perché non so se è visibile a tutti e perché non si perda nel calderone dei social.
POST LUNGO: e’ tutta colpa di Pisapia.
Sono sconcertato e basito dal comportamento di questi ultimi 8 mesi di Giuliano Pisapia sindaco.
Prima pubblica un libro con le pagelle dei suoi assessori: quello sì, l’altro no.
Poi il 20 marzo in modo scellerato apre la campagna elettorale più lunga della storia senza preparare il terreno ad una candidatura in continuità, un bilancio di giunta, un perimetro per il futuro. Nulla.
Poi sta zitto per settimane, nel totale ginepraio dei primi mesi di Expo, in cui scendono in campo, senza regole, senza discussioni, senza confini Pierfrancesco Majorino e Emanuele Fiano, Caputo, e ci fa perdere una vicesindaco (forse per far spazio ad altri, senza successo).
Poi ecco che il nostro riappare, e incomincia a dire “sì, i candidati son bravi, son cresciuti parecchio in sti mesi… ma meglio se ce ne siano altri”… in modo molto ambiguo e sicuramente poco corretto.
Non ti ricandidi, mica vorrai fare il mazziere? Tutt’altro.
A maggio decide chi sono i saggi che devono scrivere un documento di valori su primarie. Fa niente che poi nel comitato ci siano gli amici suoi con cui cena come ci viene raccontato dalla stampa in questi giorni.
Continuando la nostra storia, quando improvvisamente si fa estate inoltrata e ai tornelli di expo si fa la coda, incomincia non solo a legittimare, ma a naturalizzare e normalizzare come di centrosinistra il manager di successo Sala.
Ma la naturalizzazione fatica ad avvenire, forse l’hamburger di coccodrillo e il panino alla nutella più grande del mondo non convincono nemmeno i suoi più stretti collaboratori e quelli che sono alternativi e antagonisti, ma a 578 km.
Infatti, il “documentino” dei saggi esce a fine settembre (doveva essere pronto a luglio) e nel ribadire che è importante che le strade siano pulite (o qualcosa del genere!) e altri principi di buon senso,prevede una richiesta di giuramento su Expo (su cui occorrerebbe specificare) ma niente che definisse il perimetro di centrosinistra. Ah, poi, del regolamento di ste primarie, nemmeno l’ombra.
In tutto questo can can uno si aspetterebbe un attimo di stop, per riflettere. Ringraziando che le destre sono ancora messe peggio. Ma niente, avanti.
Anche se la coalizione ha perso i pezzi, (e in consiglio comunale questo è già noto da tempo) e socialisti, radicali, comunisti, parte dei civici, pezzi del pd usciti per questioni nazionali si guardano intorno e guardano esterrefatti questo delirio schizofrenico di multiple dicotomie: Roma/Milano – Primarie sì primarie no – Sala si Sala no, i nostri decidono, ritirando fuori il centro di Marcora e quello di Tabacci, di firmare un impegno su primarie in bianco, senza confini di alleanze e programma.
Senza pensare al perimetro e alla bandiera tutti sono accecati dalla ricerca del portabandiera. Chissenefrega di cosa pensa e cosa si farà!
Ci sono le primarie come feticcio o totem utile a nascondere il caos dietro.
Ed ecco ieri sera il colpo di teatro, non solo l’ennesimo lasciapassare a Renzi su Sala, ma una frase terrificante su i candidati “ancora non si sanno e non si conoscono i candidati.”
E invece i candidati ci sono, e da mesi, è c’è un sacco di gente che si sta facendo da fare nella città, non nei salotti.
Infatti, mentre Corriere e Repubblica ricostruiscono le discussioni delle cene in casa Pisapia, dove esce il nome della Balzani, ecco che quasi contemporaneamente Fassina e Fratoianni benedicono la candidatura della Balzani rimettendo di fatto in campo quel centrosinistra e quel modello Milano da salvare.
Si preannuncia la battaglia della vita? Sala contro Balzani, il centrosinistra buono contro l’invasore del pd renziano, e Pisapia a fare da cermioniere.?
con il solito refrain: chi sta fuori aiuta le destre, è divisivo.
In tutto questo voglio capire che fine farà o faranno fare a Majorino. Se in questo delirio di onnipotenza hanno previsto una exit strategy.
Se Majorino si candida alle primarie, danneggerebbe la Balzani. Se si ritira, il ticket con lei non potrebbe farlo per ovvi motivi di contrappeso di correnti. Il ticket con Sala mi sembra difficile da vedere.
Fiano ha già rilasciato intervista a riguardo… Caputo non so.
A prescindere dall’epilogo (primarie sì o no, majorino sala, balzani, fiano etc), mi sembra un po’ tardi per salvare qualcosa che si basa su un modo di far politica che non capisco, non riconosco, non mi appartiene e che non rispetta la democrazia e le persone e soprattutto, vi svelo un segreto, non parla dei problemi di Milano, della povera gente.
Se ci saranno le primarie, saranno influenzate da una visione proprietaria del sindaco che ha causato tutto sto casino. Se non ci saranno ci perderanno ulteriormente la faccia. E avremo perso tutti troppo tempo.
Siamo sempre pronti a criticare il PD, ma secondo me il gruppo dirigente del Pd renziano è stato coerente, sia nella volontà di aprire a nuovi mondi, sia nel guardare a Sala, sia nel provare a chiedere a linus.
Non condivido nulla, ripeto nulla,con questo PD, ma almeno rispetto la coerenza.
Il pd è diventato quella cosa lì. Non esiste un pd buono e uno cattivo.
Dentro ci sta Sala e quello che non vuole Sala. Il ripiego su linus. Le performance e l’apparenza.
Sono semmai quelli che ci rimangono dentro e che rischiano di rimanere maciullati per interessi altri (non alti) che non capisco che ci stanno a fare, che penso che nel tentativo di salvare l’insalvabile, stanno perdendo un’occasione per uscire fuori e fare della buona politica, tra la gente.
E sono quelli che ci si alleano che, lanciando a Roma progetti di alternativa, non dovrebbero prendere in considerazione un’alleanza con qualcuno e qualcosa che all’interno prevede l’opposto di quello in cui si dice di lottare. Perchè il jobs act, la “buona scuola” e le trivelle le abbiamo anche qua (vedi parco sud città metropolitana), e non possiamo vivere afflitti da una dissonanza cognitiva perenne.
Ma più di tutti, quello che non capisco è il Pisapia di questi mesi di caos, che ha massacrato un suo assessore, un deputato, una coalizione, ha raggiunto una inclinazione vicina all’angolo retto nei confronti del capo del governo, ha smesso di fare il sindaco di tutti.
Trovo sia offensivo nei confronti di Milano che decida lui nel suo salotto, con sua moglie ed i suoi amici chi deve fare il sindaco e pretenda una sorta di diritto proprietario e dinastico sulla città, decidendo chi e come è candidato degno o no.
L’avesse fatto 6 mesi fa legato a un programma, un bilancio, una coalizione anche rinnovata, avrebbe avuto una ragione alta. Così è altra.
Così, dopo tutto questo casino, mi auguro che definiti i concorrenti si faccia finalmente da parte e non metta becco più su nulla, perchè a dispetto di quanto detto da Lella Costa in un’intervista, non mi sento per niente orfano di Pisapia, semmai mi sento libero. E forse finalmente si riusciranno a capire schieramenti, alleanze, e convergenze, perché sta triste pagina ha condizionato tutti.