In un post sulla sua pagina Facebook, subito ripreso da Repubblica, il candidato alle primarie milanesi Pierfrancesco Majorino ha scritto: “In un Paese medioevale, in cui anche una legge moderatissima sulle unioni civili prosegue con stento il suo cammino, Milano deve dare l’esempio. Dobbiamo andare avanti con coraggio sulla strada dei diritti e per questo vorrei nella mia Giunta un assessore che sia espressione diretta del movimento LGBT: un protagonista che sappia tradurne le lotte sacrosante nel punto di vista dell’amministrazione”.
Come altri, ho criticato sul mio wall questa affermazione e immagino che Majorino, persona di buon senso, si sia reso conto di aver detto una sciocchezza (capita a tutti, soprattutto nello stress della campagna elettorale, spinti dall’ansia presenti). Questo non sarebbe stato un problema se qualcuno non avesse modificato qualcosa nel post, che ora non è più raggiungibile dall’articolo di Repubblica, trasformando un’affermazione politicamente discutibile in un grave errore strategico.
Fossi stato il suo gestore della comunicazione avrei seguito la procedura standard insegnata da chi conosce la gestione delle comunità per la gestione di crisi di questo tipo (quando al personaggio scappa una sciocchezza):
- discussione del tema con lo staff e/o lo spin doctor per costruire una replica-precisazione che contenga…
- … la critica serena dell’affermazione originale a cui far seguire…
- … il ringraziamento a chi ha criticato pacatamente per…
- … sottolineare il valore del confronto coi cittadini come luogo di messa a punto di un progetto politico.
La storia del “community management” insegna che una strategia di questo tipo neutralizza totalmente gli effetti negativi dell’affermazione originale, trasformandola in valore per tutti gli elettori che chiedono il riconoscimento del proprio ruolo nella costruzione dei progetti politici. Chi studia e svolge questa attività conosce bene questa prassi e i casi in cui la “sciocchezza” viene costruita a tavolino, proprio per poterla governare e sfruttare gli accertati benefici che derivano della strategia descritta sopra.
Suggerisco quindi affettuosamente a Pierfrancesco Majorino, con il quale spesso dissento ma di cui ho stima, di dotarsi di persone competenti, in grado di gestire la sua presenza online in modo efficace, perché oggi più che mai la qualità sconfigge la quantità e lo sta dimostrando molto bene Giuseppe Sala (meno Francesca Balzani, ma ci torneremo).
PS: Ovviamente confermo anche l’invito a uscire dal provincialismo, per occuparsi dei problemi dando spazio a competenze, idee, qualità, progetti ed evitando categorizzazioni delle persone.