“Io ho 57 anni e quando ne avevo 18 si stava da una parte o dall’altra, e io stavo a sinistra. È chiaro che sono di una sinistra progressista. Ma non mi faccio fare esami del sangue, deciderà la gente. La cosa più di sinistra che ho fatto? Creare tanto tanto lavoro. Questa è una cosa molto di sinistra”.
Sala è l’unico che sta facendo una campagna elettorale seria, pragmatica e moderna, la sua ultima apparizione a TG24 ne è un’ulteriore conferma. Molto apprezzabile che su alcuni temi ammetta di non avere ancora un’opinione, a mandare il messaggio che le scelte vanno meditate e costruite con criterio.
A parte il noioso mantra sull’essere di sinistra (ma forse il suo staff ha deciso che è necessario per portare a votare tanti che oggi non lo voterebbero), mentre i presunti avversari si producono in un output un po’ frenetico e poco incisivo, Sala mette i primi paletti sui suoi potenziali elettori, principalmente le periferie, dove ci sono tanti voti in bilico da raccogliere.
Posto che le primarie saranno solo la cerimonia un po’ noiosa della sua consacrazione, per decidere se andarlo a votare i temi saranno due: la squadra che intende mettere in campo (ci sono già troppi vecchi arnesi in agguato) e il candidato della destra, perché come sempre il modo per liberarsi dei vecchi arnesi (e dei giovani-vecchi) è l’alternanza.
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