Una candidatura di sinistra a Milano vale – secondo i sondaggi più ottimisti – il 10% scarso, quindi non si capisce quale sia l’obiettivo di Curzio Maltese (come pure dei vari Besostri e Finiguerra, altri possibili concorrenti di cui si parla in queste ore), visto che nel probabile caso di ballottaggio e conseguente apparentamento quell’area politica ha da guadagnare una frazione non significativa del 60% dei seggi assegnati al vincitore.
Premessa: a Milano lo spostamento di voti schierati è minimo, le rispettive truppe cammellate faranno sempre il loro dovere. Le due vere sfide saranno (1) sull’astensionismo (il successo del centrosinistra nel 2011 fu il risultato dell’astensionismo degli elettori di destra, infatti Pisapia vinse con meno voti di quelli con cui Ferrante aveva perso nel 2006) e soprattutto (2) sui sui voti cattolici, la cui destinazione è ancora molto aperta anche a causa delle guerriglia tra bande che si sta combattendo in Vaticano.
E’ quindi probabile che Giuseppe Sala e Stefano Parisi si contendano fino all’ultima genuflessione il sostegno di CL, che potrebbe valere la vittoria. Su questo tema Sala ha già dato spettacolo sul suo lato, dall’altra parte c’è il ritorno di Formigoni, la cui rinata tracotanza lascia supporre connessioni ancora vive con le armate papaline.
In tutto questo una candidatura di sinistra alternativa a Sala vale al massimo il 10%, cioè 2-3 consiglieri sui 36 della maggioranza, un peso politico pressoché nullo in consiglio.
Dando per certo che Curzio Maltese se ne guarderà bene dal fare il consigliere della “minoranza di sinistra nella maggioranza”, ci si domanda cui prodest tutto questo. In primo luogo perché due o tre anonimi consiglieri certo non potranno “condizionare da sinistra” il manovratore, in secondo luogo perché la mediocrità di Lorsignori ha prodotto un tale disinteresse e astensionismo da guinness (lo hanno dimostrato le recenti finte primarie a partecipazione irrisoria) da escludere la botta di orgoglio di un “popolo della sinistra” che ormai esiste solo nell’immaginario di qualche reduce che cazzeggia sui social network.