Una delle condizioni per ritrovare la felicità a Milano è la riduzione dell’inquinamento acustico. La pressione sonora in città è altissimi, spesso supera la soglia del dolore, impedendo le conversazioni, interrompendo la concentrazione, impedendo il riposo. Le fonti principali di questo inquinamento sono due, sono note e dilagano in palese violazione della legge. Eppure nessuno fa nulla.
Allarmi incontrollati – frequentissimi a tutte le ore. Basterebbe una legge che limiti la durata o meglio che li proibisca, basando i sistemi antifurto non sul rumore, ma sul collegamento con forze dell’ordine o servizi privati di sicurezza.
Marmitte manomesse – gli utenti di alcune categorie di veicoli hanno la passione di rendere i propri mezzi inutilmente rumorosi modificando i sistemi di scarico. L’illegalità è fin troppo palese, ma nessuno fa nulla, in particolare nei confronti dei proprietari delle grosse bicilindriche Harley Davidson, ma anche di grossi scooter e quattro cilindri giapponesi, che sembrano godere di una licenza di frastuono. Mai vista una pattuglia fermarne una e mandarla in revisione. Possibile?
Magari qualche candidato a #Milano2016 ha voglia di fare suo questo tema.