Se l’alternativa si chiama Salvini, Gelmini, Lupi, La Russa, Formigoni, De Corato e altra analoga paccottiglia, il cittadino democratico, soprattutto il milanese per bene deve mettere da parte insoddisfazioni, rancori, voglie di rivalse, strategie e votare per il meno peggio. Il rischio che costoro tornino al potere a Milano è reale ed è un rischio enorme per la città.
Intendiamoci: anche io sono parzialmente insoddisfatto della giunta Pisapia e proverei un po’ di maligna soddisfazione nel vedere una serie di vecchi arnesi perdere la poltrona tanto strapagata quanto improduttiva. Ma se mi fermo a pensare capisco che non posso consentire ai miei rancorini di retrovia di influire sul dovere civico e culturale di opporsi al peggio che avanza.
Oltretutto dopo cinque anni di questa giunta non posso non vedere una Milano comunque diversa e migliore rispetto a quella lasciata in eredità da Albertini e Moratti.
Quindi domenica sera torno a Milano in tempo per andare al seggio e fare una croce sul nome del candidato del centrosinistra. E lo farò con determinazione, senza dubbi e tentennamenti, per contribuire a salvare Milano da una giunta razzista, ignorante, cafona, omofoba, sessista e in odore (cioè, “in fetore”) di fascismo.
Spero che tanti amici e lettori di queste pagine oggi critici al punto di considerare l’astensione, si rendano conto di cosa stiamo rischiando: il trionfo del marcio a governare Milano.