Senza aver spostato di una virgola la mia stima per Gustavo Zagrebelsky, sono dell’idea che la sua posizione intransigente sulla riforma costituzionale derivi principalmente dall’incapacità di passare da una vita di teoria pura alla complessità della realtà, oggi più carsica che mai, in costante e rapidissimo divenire.
Nessuna sua osservazione del confronto con Matteo Renzi a “Sì o No” mi ha convinto, ritengo che non abbia portato alcuna ragione realistica per opporsi a una riforma che – pur imperfetta e perfettibile – è comunque determinante e anche tardiva per una ripartenza del nostro Paese.
Quindi – pur continuando ad ascoltare opinioni autorevoli – sono propenso a votare sì al referendum costituzionale.