Non ho nulla in comune con Campo Progressista, il progetto di Giuliano Pisapia, anzi neppure ho ben capito dove voglia andare. Sono convinto che mai come in questo periodo storico sia necessario un partito socialdemocratico unitario. E in più non sono entusiasta di come è andata la sua amministrazione a Milano.
Aggiungo di poter essere definito “renziano”, anche se con poco entusiasmo, dato che considero Renzi una delle poche risorse di qualità nella desolante classe dirigente nazionale (avendo Razzi senatore e Di Maio vicepresidente alla Camera uno come Renzi diventa un gigante), capace di circondarsi di persone valide (anche se non tutte).
Però trovo insopportabile la schiera dei suoi ex-tifosi oggi passati al RENZIANESIMOFONDAMENTALISTA™ che fino a un anno fa si sbracciavano per “il mio grande sindaco” – incensando qualunque suo starnuto, anche quelli meno gradevoli – e oggi gli danno del cretino solo perché è su un’altra posizione politica.
Hey, non è il derby, in ballo c’è il futuro di un Paese che rischia grosso il tracollo nel grillismo. A differenza delle cariatidi staliniste postmoderne ex-PCI alla D’Alema, una persona per bene come Giuliano Pisapia potrebbe essere un portatore (sano) dell’uno percento, che sarà anche poco, ma potrebbe essere determinante o anche solo utile, magari per dimenticare un Alfano.
Quindi calma, gesso e – anche nel dissenso – rispetto per un uomo che il rispetto lo merita da sempre. Ma devo dirvele io ‘ste cose?