“La democrazia non ha mai affidato i poteri al popolo sovrano e quindi la sovranità è affidata a pochi che operano e decidono nell’interesse dei molti. È sempre stato così nella storia che conosciamo, a partire da quella di Roma antica quando ancora era una grande Repubblica”.
Da anni non leggevo un Eugenio Scalfari così lucido e ficcante. Sono contento che in occasione delle celebrazioni per il decennale del PD abbia indossato ancora una volta i panni del Grande Vecchio, per tentare di rimettere in carreggiata un giornale da troppo tempo in balia di chi pensa al proprio tornaconto anziché all’interesse del Paese.
“È sempre stato così nella storia che conosciamo, a partire da quella di Roma antica quando ancora era una grande Repubblica con la cittadinanza di tutti i popoli italici che poi fu lentamente estesa a tutti gli abitanti delle terre che Roma conquistò. Chi governava era il Senato e c’era un tribuno della plebe che (coperto dalla sacralità) operava affinché le decisioni del Senato fossero favorevoli al popolo. Era cioè la realizzazione di quello che è sempre avvenuto: i pochi debbono governare nell’interesse dei molti. Senatus populusque romanus, i pochi governano per il bene dei molti.”