Con questi politici non vinceremo mai. So che non si dovrebbe dirlo, che alla fine anche costoro sono alternativi a leghisti e grillisti, che sbandierano la parola “sinistra”. E’ tempo di unire. non di dividere, forse anche per questo a me la nuova truppa di perdenti e riciclati cacciatori di poltrona per i prossimi cinque anni fa tristezza e un po’ di rabbia.
Parlano di unità, ma poi dicono “noi” e “loro” parlando del PD e dell’unico governo decente dai tempi del Prodi 1, affossato proprio dall’eminenza grigia della compagine. E mettono sul palco come star un Civati, un Fratoianni e uno Speranza, accanto a Fassina, Gotor, Mussi, Bersani, tutti personaggi avulsi dalla realtà, perdenti storici, mandarini ben oltre la data di scadenza.
L’ennesima minestra riscaldata, gli stessi sorrisi di inizio avventura, pronti per sparire alla prima divergenza su un posto in lista. Che apporto possono dare costoro al Paese, in termini di pensiero, esperienza, innovazione e consenso?
E che dire poi di Grasso, che paga la cambiale a chi l’ha santificato facendolo sedere su uno scranno ambito (e secondo me immeritato), scranno che mantiene nonostante si sia fatto leader politico? Per non dire dell’uscita dal PD per inseguire l’offerta più alta.
E poi c’è il vice-conte vaticano massimo D’Alema, estimatore di Escrivà, manovratore, facilitatore, che oggi fa quello di sinistra e parla di antifascismo, ma in realtà rosica perché è stato (giustamente) accantonato.
Ed ecco che allora torna a risuonare alto e forte il grido di piazza Noavona: “Con questi politici non vinceremo mai”. E mai come nel 2018 il non vincere sarà un disastro per il Paese.
PS: il titoletto “Un nuovo modo di parlare, non da politico” su Repubblica dice anche con chiarezza quale strada abbia imboccato il quotidiano fondato da Scalfari. Sempre alla faccia dell’unità del centrosinistra.
PPS: vale la pena di leggere il commento di Giordano Masini su Strade Online.