“Per quanto sia scontato che Hamas abbia organizzato e infiammato i dimostranti, armati di fionde e sassi ma capaci in alcuni punti di superare il confine, risulta difficile accettare la risposta israeliana: la rete è stata attraversata da idranti, gas lacrimogeni e proiettili di gomma, ma anche da proiettili veri che inevitabilmente hanno ucciso e ferito.”Franco Venturini scrive sul Corriere la ora la cosa più sensata che ho letto sulla strage al confine con Gaza. Israele è caduto nella doppia trappola di Hamas e Trump, ponendosi in una situazione indifendibile.
Schierare i cecchini è stato un errore politico madornale, questa violenza può essere comprensibile, ma vista la disparità di forze in campo non è ammissibile. E’ la solita vecchia storia: la sindrome da accerchiamento porta alla discriminazione e all’eccesso di reazione, che produce odio.
Netanyahu è un pazzo e chiunque lo segua in questa assurdità di approvare lo spostamento dell’ambasciata USA a Gerusalemme, in questo momento critico, non capisce che a scherzare col fuoco alla fine ci si fa male. E non saranno solo i povericristi palestinesi che si immolano per qualche centinaio di dollari a farsi male.
“Due popoli due stati” non può che essere la parola d’ordine. Ma per attuarla bisogna prima sbarazzarsi di Hamas e Netanyahu (e di chi lo sostiene, con o senza cernecchi).