Lo spritz è una bevanda gioiosa e buonissima, alla faccia di quelli che “non contaminano” il vino e di chi lo snobba definendolo “intruglio”. A fine giornata uno spritz fatto bene regala un momento di gioia, già a vederlo dimentichi i problemi, al primo sorso la stanchezza svanisce e se sei un po’ disfatto la vita torna subito a sorriderti.
Ci sono infinite varianti della ricetta dello spritz, da quella antica friulana del 50% vino 50% acqua frizzante, agli intrugli padovani, al classico veneziano al Select. L’importante è farlo bene: come tutte le cose semplici, anche lo spritz chiede attenzione e ingredienti impeccabili.
Cominciamo con un postulato: vietato l’Aperol dolciastro. Il mio spritz per tanto tempo è stato fatto solo con il Bitter Campari o il Select come si usa a Venezia. In tempi più recenti ho introdotto come variante il Bitter Martini (in questo caso lo spritz viene definito “il Milano” in molti bacari veneziani). E da quando ho scoperto che la Distilleria Bortolo Nardini di Bassano Del Grappa affianca alla produzione di grappa anche quella di strepitosi aperitivi, spesso a casa mia si beve anche lo spritz al Bitter Nardini. Quale preferisco per la mia ricetta dello spritz? Tutti, il bello è poter decidere ogni volta. Purché sia bitter, rosso, e non l’intruglio dolciastro arancione.
Le mie dosi sono 1/4 di bitter, 1/4 di seltz e 1/2 di prosecco, ma se ami un gusto più deciso puoi fare tre parti uguali da 1/3, a volte anche io lo faccio così, soprattutto con il Select che è meno alcolico e più speziato. L’importante è che il bitter non superi mai il vino in quantità, perché allora tanto vale farsi un bel bitter soda (di cui parleremo in altra circostanza).
Metto 3-4 cubetti di ghiaccio molto freddo in un bicchiere grande, mezza fetta sottile di arancia rossa matura oppure una scorza di limone “senza nulla del bianco interno” (come insegnava l’immenso Luigi Veronelli) in base a come mi va. Poi ci verso sopra il bitter e mescolo poco, un paio di giri al massimo, perché si raffreddi bene e l’agrume ceda profumo. Invece l’oliva – come fanno anche in alcuni bacari a Venezia – al mio gusto stona, piuttosto mangiala a parte come stuzzichino, ma che sia buona, bella di Cerignola o piccola ligure.
Prosecchi: i miei preferiti per lo spritz sono il Col Vetoraz Extr Dry e il Bortolomiol Banda Rossa, ma va bene anche il Mionetto Legatura DOCG Spago che spesso trovo con uno sconto del 40% all’Esselunga, rapporto qualità prezzo eccellente e ne faccio scorta. Per la mia ricetta dello spritz rigorosamente extra dry. Se devo festeggiare uso il Foss Marai Extra Dry, che in genere tengo da bere liscio perché merita. Mai fare lo spritz con un brut, soprattutto se metodo classico. Quelli si bevono da soli o in “champagne cocktail”.
Il prosecco deve essere ben freddo. Lo verso piano piano, perché non faccia schiuma. Per favore non usare la bottiglia di prosecco aperta ieri, anche se l’hai tappata bene, piuttosto bevilo schietto, è buonissimo quando il gas si attenua (a Venezia addirittura lo scaraffano), ma per lo spritz serve la marcia in più di gas della bottiglia appena aperta.
Il seltz. Non esiste alternativa al seltz se vuoi fare uno spritz. Piuttosto che fare lo spritz con l’acqua minerale, bevi altro. E per avere un buon seltz serve un seltzer di qualità. Niente supera il seltzer in acciaio inox del Cavalier Agostino Piantelli, l’inventore del seltzer moderno, che fino a poco tempo fa ancora lavorava nel suo antro di via Lazzaro Papi 5 a Milano. Si trova ancora sui 100 euro nei negozi di casalinghi, dura una vita ed è un oggetto splendido. In alternativa al Piantelli c’è il seltzer ISI, più diffuso, anche nella variante anodizzato rosso con serigrafia Campari, bellissimo da vedere, si trova su Amazon attorno a 70 euro, come pure le bombolette.
Anche il seltz deve essere freddissimo, altrimenti le bolle sono grosse e svaporano quando toccano il ghiaccio. Dirigi lo spruzzo a 45° verso il bordo- basso, in modo che si crei un gorgo circolare. Quel suono lì, con l’acqua che gira, fa la schiuma e manda su l’aroma del bitter, ti darà subito allegria. Se avrai spruzzato bene non ti servirà girare ancora, il tuo spritz sarà perfetto così, frizzantissimo e ben miscelato.
Mettici vicino le patatine San Carlo 1936 e una scheggia di parmigiano reggiano: non riuscirai ad accontentarti del primo bicchiere. Ma cedi serenamente alla voglia di berne un secondo, lo spritz è poco alcolico, disseta e rallegra gli animi.
PS: no, per piacere, la cannuccia no, dai….
Edit del 13 novembre 2021: “«Io al Quirinale? Guardi, le dico soltanto che non ho mai bevuto spritz all’Aperol, non mi piace proprio. L’ho sempre preso al Campari». Lo dice Mario Draghi.