“Il limite della sinistra italiana è stato quello di essere più ideologica che pragmatica, più interessata – nella dicotomia weberiana – ad affermare l’”etica dei principi” che l’”etica della responsabilità”, più incline insomma ad affermare la visione di un mondo ideale che a tentare di governare il mondo com’era. Alla fine da noi, durante i decenni della “Prima repubblica”, la sinistra ha abdicato a ogni ambizione di governo e ha deciso di influenzare, invece che gestire, la vita del Paese attraverso la leva della cultura e del ruolo anche educativo e pedagogico dell’intellighenzia organica o collaterale al Partito.”
Non condivido tutto, ma sicuramente tra tante riflessioni lette sul dopo-primarie PD del 3 marzo 2019 questa di Ivan Scalfarotto è una di quelle che esprimono meglio anche la mia lettura delle vicende della sinistra. Neppure io posso dimenticare quando D’Alema diceva che “il matrimonio è un sacramento” per opporsi al diritto di chiunque a costituire una famiglia con chi gli pare:
“Per spiegare quello che intendo si prenda l’esempio più chiaro che abbiamo a disposizione relativo agli anni della segretaria del PD targata Renzi e dei due governi che l’hanno caratterizzata: la legge sulle Unioni civili. Com’è possibile che una legge siffatta sia stata approvata da un Presidente del Consiglio cattolico, mentre presidenti più caratterizzati a sinistra come Massimo D’Alema o Giuliano Amato sostenevano rispettivamente che “il matrimonio è un sacramento” e che non si poteva impedire lo svolgimento del World Gay Pride del 2000 a Roma perché “purtroppo” la Costituzione ne impediva la cancellazione?”
Leggi qui il commento di Ivan Scalfarotto sulle primarie PD 2019.