“No a ogni collaborazione con il M5S di Di Maio. Ma dopo le elezioni dovremo essere pronti anche ad alleanze con chi guiderà i Cinque Stelle dopo di lui”. Questa frase di Beppe Sala, sindaco di Milano, estrapolata da un’intervista di tono politico rilasciata a Piero Colaprico di Repubblica ha (ri)aperto le dighe della polemica “senzadime”.
Beppe Sala è persona pragmatica, abituata a gestire le complessità. Evidentemente la sua riflessione coincide con quella di tanti cittadini democratici e vicini al centrosinistra, ma estranei alle beghe da guerrilla di Palazzo (tipo la più recente, raccontata da Linkiesta), che provano a fare 2+2 per capire quale sarà il futuro loro e del Paese. Facciamo due conti su cosa succederebbe in caso di elezioni in un futuro prossimo:
- 38-40% Salvini
- 20-22% PD
- 18-20% Casaleggio
- 10-12 % Meloni
- 6-8% Berlusconi
- vari ed eventuali
Non serve essere un fine politologo per comprendere che in caso di nuove elezioni l’unica maggioranza ipotizzabile sarebbe quella della destra cripto-fascista alleata con la destra dichiaratamente neofascista e sostenuta da quattro gatti di altre destre assortite. Uno scenario da incubo.
Peraltro non pare che esistano tempi, progetti e materiale umano necessari a far riportare il PD almeno al 30% e/o (come sostengono Calenda e Sala) a dar vita a una nuova forza politica di centro, necessaria a quel “compromesso storico 2.0” che abbia i numeri sufficienti per governare.
In un thread nato sotto un tweet di Jacopo Iacoboni (tanto bravo quanto suscettibile, mannaggia e che sarà mai!) ho interagito con qualcuno che ritiene sopportabile l’ipotesi e ne spiega le ragioni: “Se gli italiani vogliono quella dx, che sia dx. E poi la si combatte (storicamente già avvenuto)”. Ci sta, è una posizione ragionevole per chi si riconosce in #senzadime.
Ma se invece un cittadino non riesce a rassegnarsi a un futuro con Salvini a Palazzo Chigi e Meloni vicepremier, cosa può augurarsi se non un governo del Presidente, senza Salvini e col sostegno di PD, “banda di Casaleggio” (lo so, suona come una cosca della ‘ndrangheta e in effetti non siamo lontani) e chi altri ci vogliano stare? Non una “alleanza” dunque, ma un governo tecnico sostenuto da chi ci sta. Per salvare il culo al Paese.
Davvero sarebbe una soluzione peggiore rispetto alle elezioni che con quasi certezza darebbero la maggioranza assoluta a Salvini + Meloni + altre destre + molti fuoriusciti dalla ghenga (i peggiori) disposti a tutto pur di non uscire da Palazzo?
Davvero, senza polemica e solo per capire, proprio perché non ho le idee chiare. Mi piacerebbe tanto se i più duri e puri “senzadime” dicessero la loro opinione anche sul futuro post-elettorale in caso di crisi di governo.