Il giorno 17 ho inviato a Poste Italiane un messaggio dal mio profilo MyPoste (sic) per segnalare sia un pesante disservizio nel ritiro di un pacco, sia la quasi impossibilità (una ventina di tentativi e quasi due ore di attesa) di mettersi in contatto con il call center al numero 803160 per risolvere il problema. A distanza di quattro giorni è arrivata la (mervigliosa) risposta.
Da questa mail risulta chiaro che:
- Poste Italiane non dispone di una persona che conosca l’italiano quanto basta per scrivere una risposta decente, senza ripetizioni e con le virgole nei posti giusti.
- Poste Italiane ha messo in piedi un sito presumibilmente costato una paccata di denari con cui non si può prenotare un ritiro con garanzia che avvenga, è inutile selezionare l’orario perché tanto nessuno lo rispetta .
- Poste Italiane puo raccontarsela come vuole, ma resta l’osceno e inefficiente carrozzone borbonico basato su timbri, impiegati nullafacenti, assunzioni di amici e famigli, menefreghismo e sfottò del cittadino. Stolti, ignoranti, ignavi e prepotenti.
- Poste Italiane ha però studiato bene Franz Kafka. Infatti il servizio non funziona, ma il servizio è l’unico mezzo per segnalare un malfunzionamento. Un capolavoro degno del Processo. O in subordine, volendo evitare Kafka, di Comma 22.
Continuo comunque a pensare che chi ha la responsabilità di tutto questo e non fa nulla dovrebbe ricevere una sana dose di bastonate sul groppone.