Dal mio wall su Facebook: “A Milano abbiamo la grande fortuna di avere come sindaco una persona seria e pragmatica: Beppe Sala. Questo è purtroppo solo una parziale contropartita al disastro della Regione Lombardia, in mani indegne da decenni. Non chiediamoci perché la Lombardia sia in queste condizioni, altrimenti dovremmo fare riflessioni sgradevoli sul corpo elettorale e alla lunga sulle regole della democrazia.”
In epoca di lockdown da COVID-19 le molte persone sono state (comprensibilmente) depresse o frustrate. E allora il thread ha scatenato un numero maggiore del solito di “soliti noti”, la compagine di simpatici lemmings (quei roditori che hanno fama di suicidarsi) duri e puri per cui tutto ciò che non è in linea con il loro personale pensiero è robaccia (per dirla educatamente) e ogni politica non è profondamente labour è scadente se non fascista.
Si arriva perfino all’assurdo di confrontare il “#milanononsiferma” di Beppe Sala (OK siamo d’accordo che è stata una leggerezza, ma compiuta quando altri ne dicevano di ben peggio, su cui però lui ha fatto una onesta autocritica a differenza di quegli altri) con l’inquietante scandalo delle RSA in Regione Lombardia, ove se i fatti fossero accertati ci sarebbe da accusare i responsabili di strage, per un disastro di proporzioni ogni giorno più inquietanti, su cui oltretutto l’oscena compagine di Attilio Fontana già sta provando salvarsi il culo.
Sul futuro della mia Milano ho un’opinione. A qualcuno appare cinica, per me è semplicemente pragmatica. L’ho esposta spesso in passato, l’ho rifatto oggi per l’ultima volta sul mio wall Facebook. Ora la salvo qui, un po’ editata, così non dovrò più riscriverla e quando i simpatici lemmings duri e puri si manifesteranno di nuovo mi basterà linkare queste due parabole.
Parabola 1 – Alla fine del lockdown Beppe Sala realizza il sogno. Ferma il traffico automobilistico o comunque gli dà una bella batosta. Mette tasse durissime sui parcheggi in strada. Costruisce ciclabili a gogò. Offre sgravi fiscali a chi affitta box e posti auto. Aumenta le zone pedonali, le zone 30, le aree C, B e fa pure la A. Tutti noi ciclisti e pedoni siamo entusiasti, Salvaiciclisti applaude, Rotafixa viene in pellegrinaggio a Milano. Risultato: alle elezioni amministrative 2021 Sala guadagna un 5% di voti della sinistra dura e pura, ma perde il 30% dei voti borghesi. La destra vince le elezioni e il nuovo sindaco Gallera come primo provvedimento aumenta il limite di velocità sulla circonvallazione a 70 km/h come voleva la Moratti. Spariscono aree C e B e arrivano strisce bianche ovunque. Sono cancellate coppie di fatto e unioni omosessuali in tutta la Grande Milano. A Palazzo Marino il banner “W il cuore immacolato di Maria” sostituisce “Verità per Giulio Regeni”. Sul Pirellone ogni sera si accende la scritta “Gesù ama la famiglia tradizionale”. Pillon ottiene il nuovo assessorato al culto.
Parabola 2 – Beppe Sala si ricandida nel 2021, vince grazie al voto dei liberal e della borghesia milanese. Con davanti altri cinque anni può fare cose nuove e migliori. Sa che le rivoluzioni vere si fanno con lentezza e cautela, quindi continua con il lavoro del primo mandato. La sinistra dura, pura e intransigente continua a sputazzarlo e dargli del pirla. Intanto Milano riprende si rialza dalla pandemia e torna al centro del mondo. Sala tira a bordo Marco Mazzei come esperto di mobilità sostenibile e visto gli lascia margini di manovra (Marco non è un esagitato e non se ne approfitterà). Milano partecipa a Fridays for Future, promuove operazioni di sensibilizzazione sull’ambiente, Gay Pride e #nonunadimeno. Torna il turismo. Riaprono tanti locali. Aumenta l’occupazione. le università richiamano sempre più studenti dall’estero.
Ecco, questi sono i due scenari, altri non ce ne sono. Io preferisco il secondo e considero anche peggio dei lemmings le persone che si dicono “di sinistra” e invocano le dimissioni di Beppe Sala. E se la Lega si prendesse la mia città sarebbe per colpa loro. Fortunatamente non accadrà.